VINO/FIGA
El vin xe bon con 4 s: scuro, sentà, scrocà e sessi
MANUALE SULL’ABBINAMENTO VINO E DONNE
Immagino che il titolo dovrebbe già dare inizio, nella vostra mente perversa, a un film porno: uno champagne cade delicatamente da una flute e scorre tra le labbra di una succosa vagina… Sì proprio così, persino io arrivo ad immaginare di gettarmi avidamente con la lingua per asciugare l’onta di cotanto affronto e bere il disgustoso nettare. Invece no. Mi fermo un istante, faccio un sommario mea culpa per essere stato io stesso il primo ad aver avuto un tale sudicio pensiero e, pur constatando che l’abbinamento vino/figa potrebbe partire artisticamente proprio da qui, vado oltre e mi sistemo su binari un po’ più tecnici e fors’anche psicologici. Insomma elevo il mio spirito pur non uscendo dall’ambito che ho quivi circoscritto (spirito inteso come alcol, nulla di spirituale).
Perché abbinare il vino alla figa? Secondo sua maestà Enrico VII e il villano sottoscritto, il vino non si beve soltanto, si annusa, si osserva, si gusta, si sorseggia e… se ne parla. E chi si sente di negare che lo stesso non valga per le donne? Vino e donne sono 2 super classici!
Una donna e un bicchier di vino soddisfano ogni bisogno, chi non beve e non bacia è peggio che morto, scriveva Goethe tra una scampagnata in Italia e una trattativa col diavolo. Ognuno di noi, eccezion fatta per astemi, adoratori della birra o del pisello, ama conoscere, consumare, annusare, adorare, regalarsi, bramare, conquistare un buon vino o una bella ragazza.
Vino e sesso percorrono strade parallele fin dalla notte dei tempi. I nostri antenati hanno capito subito il potere della passera e della fermentazione alcolica. Diamo una data di inizio? Lasciamo perdere tempi troppo lontani e mettiamoci tra ac e dc: l’anno 0. Anche lì troviamo testimonianze molto vicine: Gesù trasformava l’acqua in vino e intanto frequentava Maria Maddalena.
Ci piace l’idea di metterli insieme perché, pur essendo uno maschio e l’altro femmina, si somigliano. Entrambi/e emozionano, sono vivi e in continua evoluzione: lo stesso vino non sarà mai uguale se degustato in periodi diversi o se conservato in luoghi o modi diversi. Le caratteristiche cambiano perché troppe sono le variabili chimico-fisiche in gioco. E la stessa cosa vale per le donne, sempre diverse in ogni giorno della loro vita. Anche se c’è da dire che, tralasciando gusti particolari e più estremi, per ogni oggetto vivo esiste sempre un momento di massimo valore assoluto: per farvi un esempio direi che il Barolo di Bartolo Mascarello esprime la sua massima complessità olfattiva dopo 18/20 anni di ottima conservazione (a proposito, se disponete di 600 euro da spendere in frivolezze, vi consiglio l’annata 2001, eccezionale) mentre un Pescaja Charmat lo vedo male se non lo prosciugate entro un anno dalla filtrazione. Al contempo, smettendo di fare nomi e cognomi, consiglierei di non accettare appuntamenti di letto con quella famosa modella russo-americana dopo che avrà passato i 40, non se si intendano cogliere il meglio delle sue grazie e delle sue performance.
Libri e articoli sull’abbinamento cibo-vino se ne sono scritti a tonnellate ma quasi mai vengono date indicazioni sul figa-vino.
Eppure basta pensarci un minuto per capire che si potrebbero abbinare perfettamente: l’uno aumenterebbe la piacevole percezione dell’altra e viceversa. Un bicchiere di vino frizzante può essere il preludio ideale di un fantastico amplesso e un passito la chiosa perfetta. Si potrebbe persino bere o versarsi addosso il vino giusto durante un incontro amoroso per innescare un’esplosione di irresistibili feromoni… Proviamo quindi noi, per primi nell’universo conosciuto, a mettere insieme queste 2 grandi passioni e vediamo se, miscelando i fattori al meglio, riusciamo a ricavarne indicazioni utili. Per aggiungere piacere a piacere coagulando tutto in un’unica esperienza. Più nello specifico cerchiamo di capire come poter conquistare una donna con il giusto vino o cosa bere insieme a lei per raggiungere insieme vette di piacere inimmaginabili.
Sto parlando troppo, lo so. Teorizzo e preambolizzo invece di usare le mani per aprire un grande Bordeaux o il gancio di un reggiseno.
Ma qui vorrei darvi esempi perfetti. Un po’ come fanno i cultori delle attività scacciafiga quando abbinano una partita di calcio in tv a una birra ghiacciata.
Per prima cosa devo sgombrare il campo da alcune sciocchezze sessiste, molti ancora pensano che con le donne si possa avere vita facile. Niente di più sbagliato! Quando si parla di vino non si può generalizzare.
Gli uomini comprano più vino delle donne: SBAGLIATO. Negli Stati Uniti, le donne acquirenti sono ben l’83%, nel Regno Unito l’80%, in Francia il 70%, in Svizzera il 60% così come anche in Australia.
Le donne bevono solo bianco: SBAGLIATO. In Europa ad esempio ben il 57% delle donne preferisce un bel calice di rosso, il 30% preferisce i bianchi e il 13% i rosé. Percentuali ben più alte se ci spostiamo in Asia.
Gli uomini bevono il vino, le donne lavano i bicchieri: SBAGLIATO. Le donne bevono vino più degli uomini. Più del 51% dei bevitori di vino mondiale è donna. Ben l’85% ha dichiarato che bere vino equivale ad un momento di piacere e relax.
Le donne non sanno comprare vino: SBAGLIATO. Le donne scelgono accuratamente il vino (il 20% di loro ha una buona conoscenza) cercando anche di abbinarlo al cibo. Per gli uomini al contrario conta molto di più il brand e l’etichetta (con questo articolo cercheremo di spostarvi su altre latitudini di pensiero).
Il vino fatto dalle donne è per le donne: SBAGLIATO. Non è una questione di genere. Nel concorso mondiale vinicolo “Féminalise” dove la giuria e le assaggiatrici sono donne, non viene percepita la differenza tra un vino fatto da un uomo o da una donna.
È ancora un comparto prettamente maschile: SBAGLIATO. Basta dare uno sguardo ai dati. Le enologhe in Francia sono il 33%, 50% in Spagna. Le sommelier raggiungono l’80% in Giappone, Svezia e Russia, 40% in Italia, 30% in Francia. Le viticultrici sono 28% in Francia e 30% in Italia.
Le donne non sperimentano: SBAGLIATO. Le donne sono molto più propense a comprare e ad assaggiare un vino che non hanno mai provato.
Le donne sono più futili: SBAGLIATO. Le donne non si lasciano influenzare e comprano il vino secondo i loro gusti.
Le donne acquistano vino in maniera impulsiva: SBAGLIATO. Secondo i dati solo il 22% delle donne compra d’impulso, ben il 66% fa acquisti pianificati.
Attenzione i dati qui sopra citati non sono il frutto della mia fantasia ma presi direttamente dal post pubblicato da Julien Miquel, enologo e winewriter, fondatore del blog Social Vigneron, intitolato: “Women and Wine? Let’s shrug off dusty clichés!”.
Terminate introduzioni e premesse, torniamo sulla tortuosa via dei nostri discorsi e, giusto per essere schematici, diciamo pure che i criteri per l’abbinamento VinoFiga possono essere:
1 CROMATICI
2 OLFATTIVI
3 GUSTATIVI
E fino a qui abbiamo solo definito le 3 fasi della degustazione di un vino secondo i dettami delle scuole per Sommelier (Attenzione, se volete avvantaggiarvi sulla concorrenza vi conviene frequentare una di queste scuole o quantomeno studiare tanto in cantina e poi bere tantissimo annotando, sul vostro taccuino dorato, impressioni e note di degustazione. Insomma, diventate Degustatori certificati! Anche autodidatti se preferite, ma imparate a conoscere il vino. Alla peggio è pur sempre cultura!).
Cominciamo dall’abbinamento cromatico: cosa c’è di più elegante che abbinare il colore di un vino a quello della pelle o dei capelli (e della passera) di una ragazza?
Immaginate quante belle sfumature di giallo possono stare vicino alle bionde che vogliamo omaggiare del nostro obelisco. Giallo paglierino è il tipico colore giallo chiaro di molti vini meravigliosi, ma anche di tante belle bionde. Consiglio un buon Riesling dell’Oltrepo Pavese (magari quello dei fratelli Massara) frizzante e fresco come una giovane biondina, appunto. Coi suoi bei riflessi verdognoli, in perfetta sintonia con la verde età della ragazza.
Di contro, se per l’occasione avete agganciato una bella milfona con quei bei capelli giallo carico è meglio abbinarle un buon vino passito color Giallo ambrato: direi un moscato di Pantelleria di facile reperibilità (lo Zibibbo di Donnafugata per non sbagliare) ottenuto da uve molto mature, con quella giusta complessità e quelle note di ricordi lontani. Certo ci sono anche le finte bionde ma risolviamo subito con dei finti bianchi come uno champagne Blanc de Noirs, cioè ottenuto da uve nere: un’anima scura mascherata da colori chiari e sgargianti. Un consiglio in bottiglia? Se la bionda tinta è bella come una Beyoncè o una Alice Sampaio di RR, sarebbe il caso di stappare uno Champagne "B13"di Bollinger, Pinot Noir in purezza, meglio ancora se sono passati un minimo di 5 anni dalla sboccatura. State sicuri che la fanciulla si scioglierà come uno spiedinodi ghiaccio sul barbecue e diventerà “sboccata” a dismisura…iuuuuh!
Con una rossa fuoco niente di più facile: Barbera d’Asti Rossofuoco, col suo colore rubino intenso che profuma un po’ di selvatico. Come anche la donna.
Per fare colpo su una bella mora? Un Nero d’Avola. Preferenze? Il Nichea delle cantine Terre di Noto. Se lo trovate del 2013 comprate a occhi chiusi! Il colore la interesserà, lei lo troverà affine, amichevole… e quando si avvicinerà, il polifenolo sprigionato provocherà nella vostra moracciona orgasmi multipli, a prescindere dalla vostra prestazione.
Ma i ragionamenti cromatici possono essere anche di altro tipo… Siete invitati a una festa “total black” dove volete acchiappare la sventola di turno. Presentatevi con una cassa di “Cori mia” Malvasia nera Igp di Giai Vini, Carosino. Si tratta di una bottiglia con un’elegantissima etichetta nerissima che si abbinerà perfettamente al dress code della festa e vi farà sembrare il maschio giusto che la sa lunga e prende quello che gli piace. La reginetta della festa sarà vostra. E se non lo sarà, pazienza: vi accontenterete di provarci con una qualsiasi. I vostri occhi, annebbiati dai fumi alcolici della malvasia trangugiata in abbondanza, ve la mostreranno affascinante. Manco fosse una Juliane Moore di 30 anni.
pensando invece a odori e profumi, sarebbe meglio conoscere i gusti della vostra invitata. Ci sono vini per ogni odore, da quelli di sella di cavallo, i fiori rari delle pianure della Patagonia, le pietre delle rocce del Gran canyon, fino alla gomma da cancellare e ai frutti, erbe, caramelle e lecca lecca di ogni genere.
Se la vostra lady ama odori intensi e si arrapa con le note agrumate esotiche, offriamole una solenne sniffata del frutto della passione (sarebbe più corretto dire maracuja) riconoscibilissimo nei grandi Sauvignon Blanc del Sudafrica. Un suggerimento dai costi contenuti? Groot Constantia. Oppure anche un Semillon del produttore (sempre sudafricano) Idiom, che insieme al frutto della passione regala anche delicati profumi di fiori d'arancio con note di prugna gialla e foglia di tabacco. Vi portate facilmente le 2 bottiglie di questo elisir d’amore a casa con meno di 20 euro cadauna. Nemmeno Dulcamara saprebbe suggerirvi meglio. La ragazza avrà una smisurata voglia di voi.
4 AMBIENTALI GEOGRAFICI
E’ possibile abbinare alla ragazza di ogni regione un vino e di ogni paese un altro. Dove invece non c’è amore per le proprie origini si può puntare su altri abbinamenti. Per esempio su vini capace di richiamare nella ragazza alcuni dei colori, profumi e cultura delle zone del mondo a lei più affini: così faremo un’ottima figura dimostrando conoscenza, raffinatezza, dimestichezza con gli strumenti del lusso e originalità di pensiero.
Un’esempio su tutti? Una strepitosa modella cilena la cui immagine mi frulla nel passero da quando ho cominciato a scrivere questo articolo, io la impalmerei dopo averla imbevuta di un poderoso Concha y Toro Don Melchor (Cabernet Sauvignon in purezza), Puente Alto Vineyard. Vendemmia 2011! Mamma mia mi sento un toro in vena di sconcezze e di poesia. D’altro canto cos’è il vino se non poesia imbottigliata? E per rimanere sul Cile, la poesia e le bottiglie, vi cito (non a memoria) Pablo Neruda e la sua ode al vino:
…Che la brocca del vino
al bacio dell’amore aggiunga il suo bacio
Amor mio, d’improvviso
il tuo fianco
è la curva colma
della coppa
il tuo petto è il grappolo,
la luce dell’alcol la tua chioma,
le uve i tuoi capezzoli,
il tuo ombelico sigillo puro
impresso sul tuo ventre di anfora,
e il tuo amore la cascata
di vino inestinguibile,
la chiarità che cade sui miei sensi,
lo splendore terrestre della vita…
5 FINANZIARI
Cari amici questo è l’abbinamento più scontato. Dai vini polverina dozzinalmente prezzati 1 euro fino all’inavvicinabile Domaine de la Romanée-Conti Grand Cru 1945 che oggi, anno domini 2021, viene battuto in cassa ben 558.000 dollari! Quindi per essere meno banali dei meri numeri, discerniamo su qualcosa di più astuto: come sorprendiamo in positivo una ragazza che ha già bevuto e assaporato il meglio della vita? Offrendole un vino grande ma sconosciuto. Un esempio eccitante? Alkoomi Frankland River Black Label Riesling 2018: asciutto, vivace e strutturato (il fiume Frankland si trova nella regione del Great Southern, vicino alla punta sud-occidentale dell’Australia. In questo territorio — molto lontano dalle megalopoli Melbourne e Sydney — si realizzano ottimi riesling, eccitanti più della cantaridina). E per soli 18,02 euro! Altissimo rapporto tra qualità, risultati raggiunti e prezzo.
Se invece non avete tempo per fare ricerche troppo sofisticate, potete sempre velocemente rintracciare un super Catarratto del Masso 2018 di Feudo Montoni di Cammarata, 11 euro e 50 cent per un elegante aperitivo da servire, come diceva Totò… assiderato! Il giusto viatico nell’incontro che per sexy contrasto diverrà incandescente.
6 CULTURALI
E qui amici miei, dovremmo scrivere un libro a parte. Perché tutto del vino è cultura. Se la ragazza è molto sensibile potremmo parlare della delicatezza e della fragilità delle bucce delle bacche di Pinot nero, potremmo citare Bacco di Caravaggio e intanto abbeverarci, da coppe larghe come seni acerbi, di un freddo Moscato di Scanzo (che già nel ‘700 incendiava le sottovesti della zarina di Russia Caterina II). Così da ingentilire le parole goduriose che ci scivolano sulla lingua un attimo prima che si intrecci con quella della fanciulla. Tra appassionati di lettura si potrebbe intrecciare invece un chiacchiericcio su “La Confraternita dell’uva” di Joe Fante magari scaraffando un onestissimo Chianti. Indicherei all’uopo un Ravazzi, imbottigliato a san Casciano dei Bagni, in piena zona Siena consorzio del Chianti classico.
E rimanendo nei criteri culturali di una scelta ponderata, come non proporvi un vino dei castelli? Vi segnalo Villa Simone Frascati Superiore Vigneto Filonardi 2016, per le donne un po’ più serie che amano e hanno tanto studiato l’antica Roma. Riempendo calici in successione dopo esservi accomodati con la dotta pulzella su di un letto a baldacchino corredato di materasso alto e morbido alla bisogna, potreste citare Ovidio: primo libro dell’Ars Amatoria (versi 565-582 e 589-602 ) in cui il maestro dà utili e pratici consigli per un uso corretto del vino nel corso delle varie schermaglie amorose. Suggerisce di ricorrere al vino come alibi per compiere i primi approcci o preparare all’amore (gente, parliamo di Ovidio, quello che alcune pagine di pagine più in là avrebbe invitato tutte le donne a “darla” senza parsimonia poiché la figa, così, come la fiamma di una candela, non si consuma).
Quando, dunque, ti saranno offerti i doni di Bacco sulla mensa
e avrai una donna accanto a te sul letto tricliniare,
prega il padre Nyctelio e i sacri riti della notte
di far sì che il vino non ti dia alla testa.
Allora con parole coperte potrai dire molte frasi allusive
che lei intenda come rivolte a sé,
potrai con poche gocce di vino scrivere leggere lusinghe
così che sulla tavola lei legga d’essere la padrona del tuo cuore;
potrai guardarla negli occhi con occhi che rilevano il tuo amore:
anche uno sguardo muto ha spesso voce e parola.
Cerca di afferrare per primo la coppa che ha toccato
le sue labbra e bevi dalla parte che ha bevuto lei;
e qualunque cibo assaggi con le dita,
prendine anche tu e toccale, nel prenderlo, la mano.
Tuo desiderio sia anche quello di piacere al marito della donna:
a voi sarà più utile una volta diventato amico.
Se toccherà a te bere per primo, fa bere prima a lui…
… Noi ora ti daremo una precisa misura per il bere:
che la mente e le gambe svolgano bene il loro ufficio.
Evita soprattutto le ingiurie provocate dal vino
e la mano troppo pronta alla rissa selvaggia.
Se hai voce canta, oppure, danza se hai le braccia sciolte
e cerca di piacere per quelle doti con cui puoi piacere.
L’ebbrezza, se è vera, nuoce, ma gioverà se è simulata.
Fa che la lingua finga d’incepparsi con suoni balbettanti,
in modo che qualunque cosa tu dica o faccia con troppa sfrontatezza
sia attribuita a quell’unica cosa: il troppo vino.
“Salute alla signora” – dirai – “Salute a chi dorme con lei”.
( ma in cuor tuo prega che al marito, venga un accidente )
Preliminari e contorciment che seguiranno questa declamazione supereranno le vostre più ardite aspettative, statene certi.
7 ANAGRAFICI
Da poco Ibra l’immortale ha compiuto 40 anni e un genio ha avuto l’idea di regalargli una bottiglia di rosso… del 1981. “Sei come il vino, più invecchi, più migliori!” Non una grande idea se si intenda far colpo su una donna della stessa età. Ma, ragionando altrimenti, un Barbaresco del’69 già non sarebbe proprio un’idea malvagia: potrebbe suggerire kamasutriche rimembranze e dopo un’oretta di respiro nel decanter, che coinciderebbero con i tempi di raffinatissimi passalingua reciproci, potrebbe sprigionare sentori di sesso selvaggio, mucose rosee umide, petrolio, minerali preziosi e banconote da 200 euro fresche di zecca.
Esiste un vino così? Ma certo, un gran Bordeaux: Chateau Fonbadet 1969, Cru Bourgeois Superieur Pauillac Bordeaux.
Con quello che spendete per questa bottiglia, arriverete a sentire in sottofondo persino una note dolce del Paradiso e quelle un po’ sapide (ovviamente dipende dal vostro portafoglio l’intensità del salato) delle profondità 80 metri del mar delle Antille.
8 CHIMICI FISICI
In assoluto quando si parla del criterio chimico bisogna propendere per i vini rossi perché «hanno un impatto sulle funzioni sessuali femminili, migliorandone la risposta e il piacere». E voi ben capite che, se il nostro obiettivo primario è proprio quello di avvolgere la femmina tra le lenzuola, il vino rosso in generale diventa la nostra prima scelta.
Secondo i risultati di una ricerca pubblicati sul Journal of Sexual Medicine infatti, il vino rosso sensibilizza e stimola il desiderio sessuale delle donne. Dopo aver bevuto un bicchiere di vino rosso, nella donna si instaura un maggior afflusso di sangue nelle zone erogene, dovuto alla presenza, nel vino rosso, di sostanze chimiche che ne fanno un vasodilatatore naturale.
Sarà vero? Sì e i responsabili sono i polifenoli (contenuti nel vino rosso 10 volte in più rispetto al bianco), il principale dei quali è il resveratrolo. Il vino rosso contiene anche roboanti antiossidanti, che hanno un effetto benefico e un notevole miglioramento sulla circolazione sanguigna.
Un bicchiere di vino rosso fa buon sangue. Oggi sappiamo tuttavia che nelle donne due bicchieri di vino fanno molto di più. Il consumo moderato di vino rosso aumenta notevolmente il desiderio sessuale femminile. Pertanto, le proprietà del vino fanno di esso un potente afrodisiaco più di ogni altra bevanda.
Ma attenzione a non esagerare: ciò che è molto importante è la dose di vino che si ingerisce. Infatti, se il quantitativo è superiore a quanto necessario, si ottiene l’effetto opposto, cioè una repentina diminuzione del desiderio sessuale.
Per quanto riguarda gli uomini, sembrerebbe che per ottenere gli stessi effetti di incremento di desiderio sessuale, servirebbero tre bicchieri di vino. Tre bicchieri di vino infatti, sembrerebbero aumentare nell’uomo il desiderio sessuale, favorendo l’erezione e ritardando lievemente il riflesso eiaculatorio. Le sostanze contenute nel vino rosso, aiuterebbero il funzionamento delle arterie, favorendo l’afflusso di sangue nel membro maschile, riempiendo così i corpi cavernosi e armando il calzone di tutta la sua poderosa vitalità. Altri effetti positivi del vino rosso, si registrano nella prevenzione dell’arteriosclerosi e degli effetti negativi legati all’andropausa... bla bla
Quindi in ultima analisi, è sempre bene affidarsi al classico calice di vino rosso per “rompere il ghiaccio”. La capacità dell’alcol di suscitare desiderio, di rendere ben disposti al corteggiamento, di allontanare lo spettro di eventuali rischi o di far apparire più attraente il partner, potrebbero essere legate anche all’azione farmacologica dell’etanolo sul sistema nervoso centrale.
Passiamo all’azione… una bella pussy un po’ secca che abbia bisogno di essere portata a temperatura e lubrificata. Propinarle dolcemente un daty intenso e prolungato qui ci starebbe come l’olio sull’insalata. Sì, certamente servirebbe un vino grasso sulla vostra lingua. Il grasso in un vino indica la pienezza, che è in relazione alla buona maturazione delle uve. Legata quindi a un grado alcolico sufficientemente elevato, ad una acidità totale bassa e alla presenza di glicerina e zuccheri residui. E allora troviamolo questo vino!
Un Lambrusco di Sorbara assolutamente secco, di preferenza Chiarli, riserva del fondatore, magari un 2015. O Cenci se non vi infastidisce l’eccesso di colore rosso sangue. La presenza timidissima del tannino nei lambruschi elimina completamente l’astringenza che solo farebbe aumentare la sensazione di secchezza. Le bollicine invece daranno maggior forza di propulsione alle mucose nel produrre la lubrificazione necessaria al successivo, amato suegiù.
Fatene una generosa sorsata, un po’ bevetene, un po’ usatelo per spennellare ben bene grandi e piccole labbra, insistete con le bollicine sul bottoncino e oplà, sarà come schiacciare l’interruttore: che il sesso urlato abbia inizio!
Di contro però, se invece vi trovaste a dover limonare con una donna dopo aver cenato insieme a base di brasati, lessi, cacciagione e intingoli bisunti, allora ci vuole un rosso importante con un tannino vivacissimo. Quale?
Sagrantino di Montefalco tutta la vita! Scegliete Antonelli, ne sarete entusiasti. Vedrete che il Sagrantino pulisce le bocche a dovere: asciugherà nella lingua della ragazza ogni spiacevole sensazione di grasso, unto o eccesso di oleosità. Limonare sarà un piacere. E dopo il terzo bicchiere, lei griderà il vostro nome ululando!
Rimaniamo nel nostro libro di chimica ma in un altro capitolo … Acidità nei vini si chiama freschezza, in chimica ph.
Il Ph della vagina è come quello di un bicchiere di vino: tra il 3,8 e il 4,5, piuttosto acida quindi. Un po’ come quello del vino che è compreso fra 3 e 4. La vagina è in grado di difendersi proprio grazie ad alcuni batteri capaci di renderla acida e di respingere probabili infezioni fungine. Il ph del vino è più o meno basso in base alla respirazione cellulare della vite e quindi tutto dipende dalle temperature in cui l’uva è maturata.
Insomma, se avete preferenze per un vino fresco (cioè maggiore acidità che percepirete dalla salivazione accentuata sotto la lingua) orientatevi su vini più giovani e magari bianchi.
Se avete tra le mani una donna buona come il pane, così come si fa per la pizza, abbinatele un vino molto molto fresco: il massimo è l’Asprinio di Aversa.
Produrre maggiore salivazione per favorire il buon esito di giochini orali è sempre una grande idea. Più in generale quindi, per non sbagliare, scegliete vini bianchi con bollicine.
A proposito invece di fisica, dedicate particolare attenzione alle temperature di servizio dei vini:
I vini rossi, come tutti sanno, vanno serviti a "temperatura ambiente", ma di quale ambiente? Tenete presente che le regole di servizio si sono formate in tempi non recenti, quando le case erano assai meno riscaldate, o non lo erano del tuttoServite quindi i vini rossi ad una temperatura intorno ai 16 gradi, comunque non superiore ai diciotto: avrete delle sorprese, e scoprirete il gusto di bere vini rossi, magari non troppo invecchiati, anche in estate. Se le bottiglie, conservate in ambiente riscaldato, fossero troppo calde non esitate ad infilarle per breve tempo in frigorifero o nel secchiello del ghiaccio.
Anche per i bianchi, da bere tradizionalmente freddi, non esagerate: serviteli a temperature di 10/12 gradi. Temperature più basse "anestetizzano" il palato, e non consentono al vino di sviluppare tutti i suoi aromi. Ricordate, dopo aver refrigerato le bottiglie, di tenerle in fresco nel secchiello con il ghiaccio o in una glacette, per fargli mantenere la temperatura iniziale.
Solamente gli spumanti molto secchi possono "reggere" temperature più basse. Servite invece i vini dolci , passiti e liquorosi, a temperatura di cantina, leggermente più freschi dei rossi ma non freddi.
Sono concesse deroghe a queste semplici regole, ovunque la situazione lo richiedesse. Per esempio se ci trovassimo in un ambiente caldissimo con clima bollente, corpi viscidi e sudati, scivolosi… forse un Turasi servito a 5 gradi anziché i canonici 18 sarebbe auspicabile.
Bere Dom Perignon del ’53 a una temperatura superiore ai quattro gradi centigradi sarebbe come ascoltare i Beatles senza tappi nelle orecchie”. (James Bond in Agente 007 Missione Goldfinger). Quello che diceva Totò sui bianchi da bere assiderati già lo sapete. Io personalmente quando fa caldo un bel giretto in frigo lo faccio fare anche alle bottiglie di rosso più austere e convinte.
Sono 8 i criteri di abbinamento descritti. 8, un infinito messo in piedi che per i cinesi porta fortuna, un po’ come i loro biscottini all’anice (a proposito l’anice, così come il finocchio o le poesie nichilo-esistenzialiste e il calcio, è un noto scacciafiga). Io invece, per salvaguardare l’attinenza dell’articolo con gli argomenti del sito che mi ospita, ci vedo non un 8 ma la sezione orizzontale di 2 belle tette una sopra l’altra o 2 calici di vino visti dall’alto. Quindi do un calcio alla fortuna e guardo avanti inseguendo altri importanti criteri di abbinamento.
9 ESTETICI
Una bella bottiglia così come un’etichetta attraente e un nome giusto sono sempre graditi perché anche l'occhio vuole la sua parte. L’osservazione di un vino non deve limitarsi necessariamente al colore e i suoi riflessi sull’unghia, alla velocità con cui le sue lacrime scendono lungo il cristallo o all’intensità del suo perlage. Queste sono robe da sommelier che indovina gusto nome e annata del vino senza nemmeno assaggiarlo.
Per noi professionisti un po’ più profani e prosaici che vogliamo mettere occhi e mani dappertutto, sarebbe consigliabile dare sempre un’occhiata all’involucro.
Prendiamo un gran Sassicaia (capolavoro mondiale fatto con Cabernet Sauvignon, merlot e sangiovese) della tenuta san Guido, con la sua bellissima rosa dei venti in etichetta.
Un altra stella?
Capo di stato di Loredan Gasparini. Etichetta fantastica!
E visto che è una leggenda, raccontiamone brevemente la storia:
1967, Venezia durante la Biennale. Hotel Gritti di Venezia, viene servita a Charles De Gaulle e alla moglie una bottiglia di Rosso di Venegazzù. La coppia ne rimase entusiasta e De Gaulle elogiò pubblicamente a più riprese quel vino. Il conte, in segno di riconoscenza, fece realizzare due etichette speciali dal pittore padovano Tono Zancanaro, dedicandole ai coniugi De Gaulle.
Quindi bottiglie d’eccellenza se vogliamo fare il gran colpo. Ma anche bellissime bottiglie a prezzi meno pornografici ne troviamo in abbondanza, basta girare per enoteche..
Un’occhio non meno attento lo dobbiamo gettare anche sui bicchieri. Servire un vino nel bicchiere sbagliato potrebbe compromettere l’esito della copula. Potrebbe essere quasi meglio bere il vino a canna se non vogliamo rovinare tutto.
Avete mai visto il film Sideways? Uno dei 2 protagonisti, nel finale si lascia andare alla disperazione e versa una bottiglia di Cheval Blanc in un bicchiere di carta da fast food… No comment, disfunzione erettile, secchezza vaginale, feromoni morti stecchiti!
Esiste in commercio una serie quasi infinita di calici per degustazione, alcuni addirittura "tagliati e cuciti" su misura per alcuni vini particolari. In genere, però, sono sufficienti sei bicchieri per valorizzare quasi tutti i vini, dall'aperitivo al dessert. Vi offro una breve rassegna:
Per gli spumanti brut, secchi e semisecchi, siano essi Metodo Classico o Charmat, utilizzate il classico bicchiere a forma di cono rovesciato ed allungato detto flûte (flauto, dal francese), che raccoglie i sottili aromi e valorizza e permette di osservare lo sviluppo delle bollicine (il perlage). Per meglio cogliere le più complesse sfumature degli Champagne più invecchiati e maturi ne esiste una versione dalla forma leggermente più svasata e panciuta.
I vini bianchi giovani e freschi vengono valorizzati da un calice più corto e appena arrotondato, con una leggera svasatura sull'imboccatura, dalla forma che ricorda il tulipano. Anche del tulipano esiste una versione appena più grande e leggermente panciuta adatta a valorizzare bianchi più importanti, un rosato o un rosso molto giovane, magari Novello.
Il calice per vini rossi giovani e di medio invecchiamento è più grande e largo, con una forma che mette in risalto i profumi e le doti di freschezza e "fruttato".
Rossi importanti e di lungo invecchiamento richiedono il ballon, calice di grandi dimensioni dal caratteristico aspetto arrotondato, che meglio consente al vino di liberare i profumi complessi.
La coppa per gli spumanti dolci e aromatici deve invece essere larga e svasata, per permettere agli aromi più intensi di svilupparsi ed espandersi senza troppo "disturbare" il naso.
Infine, i vini da dessert e "da meditazione", passiti o liquorosi, saranno serviti in un calice piccolo e ristretto verso l'alto, in modo da concentrare meglio i profumi.
Sembrano cazzate per segaioli, lo ammetto. Eppure sono pronto a garantire che queste piccole nozioni vi faranno sentire a vostro agio come con le pantofole nel salotto di casa.
Passiamo ai criteri di abbinamento nr 10, per fare cifra tonda. In fondo quella tonda è la forma del sesso, dell’Orgasmo, della fellatio e del cunnilinguo, dei 69 e dei cilindri di carne maschile, di seni e deretani, chiappe e capezzoloni… vabbè!
10. CRITERI FONETICI
Questa tipologia di criteri voglio citarla solo perché in un lontano passato ho avuto un’esperienza entusiasmante con una ragazza spagnola a Cannes. La imploravo di leggere ripetutamente l’etichetta di un MALBEC in purezza di Norton SOLO perché quando pronunciava Mendoza me lo faceva venire duro. Altro che Cialis!
Le parole sono importanti, diceva Nanni. Quindi attenzione ai nome: NON sfidate la fortuna e magari evitate di presentarvi a una cena romantica preparata con amore dalla vostra lei con una bottiglia di nero di Troia in purezza. vi garantisco che NON vi basterà spiegare che tutto deriva dall’antica città. Al contrario una bella bottiglia di Passerina potrebbe lubrificare la serata già dal nome.
Ma al di là dei nomi delle uve e dei suoni, molti vignaioli si sono sbizzarriti dando nomi indecenti a vini incredibili per dedicarli a ricordi amorosi o a belle fanciulle. Potrebbero esservi utili per introdurre proposte indecenti e vari giocattoli per le corride che seguiranno.
Per esempio in Toscana, c’è un Merlot in purezza dal nome Merlo della TopaNera, Poi un Rosso Igt che si chiama Bionasega, Il Soffocone di Vincigliat a (eh sì, proprio quella cosa là, nemmeno l’etichetta lascia dubbi, con il disegno di una donna inginocchiata) e nei colli piacentini troviamo il Boccadirosa. Dalla Bonarda al Bernarda, taglio di bonarda e barbera .
A proposito della Barbera, ci sono tre capolavori prodotti tutti dallo stesso genio: il vivace Monella, il complesso Bricco della Bigotta e il buonissimo Bricco dell’Uccellone.
Tornando in Toscana c’è ancora Scopaio, taglio di Cabernet Sauvignon e Syrah.
“Toccaculo" invece, è un interessante rosso della Basilicata
E all’estero che fanno?
Negli Stati Uniti c’è una azienda agricola adagiata nella Napa Valley, che si chiama Cleavage Creek che significa letteralmente “Scollature profonde” e, in effetti, tutte le tipologie di vino prodotte (tra cui Chardonnay, Merlot, Shiraz) hanno una etichetta dedicata e caratterizzata dall’immagine di una piacente signora, sempre differente, vestita con un abito dalla scollatura vertiginosa.
Chiudiamo la nostra rassegna con quelli che sono i più importanti, i
11 CRITERI FUNZIONALI cioè adatti allo scopo (sempre doppi sensi! Ma vafammocc)
Scegliere il vino giusto secondo l’occasione. Impresa difficile ma sempre possibile. In fondo, come mi disse un caro amico, il vino così come il colore nero sta bene con tutto. Perfetto aforisma anche se è bene dimenticare tutti gli altri dello stesso autore, avvezzo a bere tutti i giorni vinacci da 2 o 3 euro al litro. E che quando un giorno assaggiò un respiro di Chateu Petrus, un vino paradisiaco che costa minimo 1000 euro a bottiglia, schioccò la lingua e sentenziò solenne: “Buoni i vini francesi, non come i film!”. Da ammazzare sul posto.
Un’altra avvertenza molto importante è quella di non fidarsi unicamente del proprio gusto, anche se competente.
Le sensibilità maschili e femminili, infatti, sono diverse. E differenti sono i modi in cui si interpretano i segnali. Il vino sulla donna non ha gli stessi effetti che ha sull’uomo.
Equilibri e reazioni di fronte al vino, al sesso, all’amore sono sempre diverse.
Anche fisiologicamente parlando, pensate che le terminazioni nervose di una vagina sono circa 8mila, nel pene se ne contano meno della metà. Lei è come una calza, una guaina sempre adattabile, lui uno sgorbio spesso deforme che cerca di piazzarsi dove si può. Lei capace di orgasmi multipli, lui col contagocce. A femmena pè l’ommo addiventa pazza, l’ommo p’a femmena addiventa fesso!
In previsione di amplessi ripetuti o di un rituale a più riprese si potrebbe pensare anche a una sequenza di vini diversi. Ricordate orbene che come nel sesso così come anche per le portate di un menu, anche i vini devono essere serviti "in progressione" , la regola fondamentale è di non tornare mai indietro. La sequenza andrà quindi dal più leggero al più corposo, dal vino giovane a quello più invecchiato, dal secco al dolce, dal meno profumato al più aromatico. Anche in questo caso, l'esperienza e gli inevitabili errori vi aiuteranno.
Cari amici seguaci di RR, confesso che adesso fare degli esempi di abbinamento diventa troppo difficile, perciò mi baserò unicamente sulla mia esperienza personale.
Occasione super speciale, la ragazza più bella, intelligente, simpatica e soprattutto comprensiva del pianeta ha accettato il mio invito lasciando presupporre che la gita organizzata per riempire tutto il giorno potrebbe pure prolungarsi fino al mattino. Asciugo la bava, dimentico qualsiasi ragionamento fatto in precedenza e decido (pur giovane e perennemente squattrinato) per il nome più fantastico, arrapante e costoso che potessi mai permettermi: Chateau Lafite Rothschild 1er Grand Cru Classe Pauillac Bordeaux.
Certo, direte voi, bella scoperta! Con un vino così ti porti a letto pure Minnie e Paperina! Forse sì, questo bordeaux assemblato vicino ai dolci sciacquii della Garonna che scorre sul fianco dei vigneti, è famoso in tutto il mondo prima durante e dopo l’era di Tino. Questo vino con la sua finezza e un’eleganza di primissimo livello e quella sua potenza espressiva che tocca picchi di complessità inarrivabili persino per Maria Callas… questo vino non avrebbe bisogno di essere consigliato. Meraviglioso: rosso rubino con riflessi violacei; al naso ribes nero, frutti di bosco, mora e ciliegie, liquirizia e pepe; in bocca corpo ed eleganza, con tannini sottili e morbidi, insomma un gusto rotondo e pieno come quello del corpo della mia accompagnatrice su cui non vedevo l’ora di spargere ettolitri di saliva dentro e fuori…Un rosso da mille e rotti euro ideale per accompagnare le più succulenti preparazioni a base di carni rosse, pollame nobile e selvaggina. Oppure come nel mio caso, perfetto per celebrare la caccia grossa appena realizzata. Qualcosa di memorabile da raccontare alle future generazioni. E che ora racconto a voi. Certamente, come qualcuno potrebbe obiettare, il vino è così un grande vino che poteva essere apprezzato pienamente anche da solo. Con una gloriosa pugnetta. Ma non per me, io voglio continuare a ricordare ciò che è stato fino alla vecchiaia, esattamente così come è stato: la mia Lilia 58 e il mio Lafite 59 in una tendina canadese piantata in un piccolo campeggio a lato dell’aeroporto Marco Polo di Venezia nel 1983.
La prima goccia caduta sul sacco a pelo blu (mai più lavato) e la luce di un accendino a illuminare per pochi secondi la macchia scura e quel colore meraviglioso che sembrò brillare. “Cazzo ne è caduto un po’, a occhi e croce 20mila lire…” Per fortuna lei si è messa a ridere senza concentrarsi sulla mia mancanza di eleganza.
Poi ha preso la bottiglia in mano, ignorando i favolosi grossi calici che avevo lustrato per l’occasione, ha bevuto un sorso a canna chiudendo gli occhi e se ne è uscita con una frase che, avranno già detto milioni persone prima e dopo di lei, ma non così bene: “così buono che berlo non basta, bisogna mangiarlo”.
Dopo averle infilato la lingua in bocca e palpato voracemente il seno, ho versato il Bordeaux così come si deve e fatto tutto quello che si doveva fino all’alba.
Ecco per alcuni l’anno 0 è quello che dicevamo prima, tra ac e dc, per me all e dll. Prima e dopo LiliaLafite.
Dopo questi ricordi è ifficile continuare ma vorrei rassicurare tutti che ci sono vini perfetti per ogni occasione e sono sicuro che ognuno di voi avrà almeno una storia da raccontare.
Per un primo appuntamento a casa di papà e mamma (niente superalcolici ma un vino perché per dirla con Euripide dove non è vino non è amore) un Verduzzo giovane, profumato e frizzante. Per un anniversario un classico spumante Trento doc Ferrari di Lunelli, per un triangolo in montagna (acciderbolina per 2 donne al solo calore di un caminetto acceso in alta quota bisogna creare complessità e complicità in abbondanza, meglio una magnum) la magnum da 1,5 l di Amarone della Valpolicella DOCG Selezione Antonio Castagnedi Tenuta Sant'Antonio 2016. Per una notte di capodanno in un solaio champagne Krug da bere a crepapelle. Per la prima notte invece va indicato il Re dei vini, il vino più buono del mondo: il Picolit. Per orchestrare un tradimento in albergo approvvigionatevi di Pinot noir o Nebbiolo, che non sporcano di rosso (consiglio Gevrey-Chambertin, pregiatissimo Pinot Nero della Borgogna). Per una cena a base di cibi piccanti e afrodisiaci con un escort, cui seguirà un extra piccantissimo dopocena, fate attenzione: il peperoncino si abbina al meglio con i vini morbidi , cioè quelli con un’alta percentuale di polialcoli e di glicerolo che conferiscono al vino una struttura molto delicata, che equilibra la ricchezza di tannini tipica principalmente dei vini rossi. I vini morbidi migliori sono quelli prodotti da due vitigni specifici ossia il Merlot per i vini rossi e il Chardonnay per i vini bianchi.
Quindi Chardonnay a cena (magari Biele Zôe Cuvée 85 I 15 doc Colli Orientali Friuli. Tanto morbido da sembrare setoso).
E un Merlot a letto (fate carte false per procurarvi uno Chateau Le Pin, uno dei vini cult di Pomerol, se avete culo di reperire una delle vecchie annate hanno le capsule più fighe, di un rosa pastello chicchissimo).
Per l’estate, il mare e quei 10 minuti di sesso nel casotto della spiaggia di Benidorm non vi sarà difficile reperire un freddissimo Cava metodo classino, con cui brindare 10 minuti prima di strappare di dosso il bikini alla bella tettona.
Per chiudere in allegria, come nell’atto di pulire con i kleenex il seme versato, vi propino un’ultima citazione, anzi 6:
1 Cenai con un piccolo pezzo di focaccia, ma bevvi avidamente un’anfora di vino; ora l’amata cetra tocco con dolcezza e canto amore alla mia tenera fanciulla. (Anacreonte)
2 Bevo per rendere gli altri interessanti. (George Jean Nathan)
3 La vita è troppo breve per bere vini mediocri. (Johann Wolfgang von Goethe)
4 Gesù trasformava l’acqua in vino. Non mi stupisce che dodici discepoli lo seguissero dappertutto. (Coluche)
5 Con addosso solo le mutandine da bagno, scalzo, con i capelli scarmigliati, nel buio rosso fuoco, sorseggiando vino, sputando, saltando, correndo… così si vive. (Jack Kerouac)
6 Il vino è il più certo e il più efficace consolatore. (Giacomo Leopardi)