COSI’ FAN TUTTI
IL TRADIMENTO E’ ANTICO QUANTO L’UMANITA’
In questo articolo vorrei esplorare un tema che, attivamente o passivamente, interessa tutti noi: il tradimento. Vorrei farlo prendendo spunto dal libro della psicoterapeuta Esther Perel, intitolato “Così fan tutti – Ripensare l’infedeltà”, riprendendo e integrando una recensione della Solferino Editori.
Il titolo sembra un omaggio, in forma parafrasata, al libretto di Lorenzo Da Ponte per l’opera “Così fan tutte” di Wolfgang Amadeus Mozart, ma anche all’omonimo film di Tinto Brass con protagonista una splendida e conturbante Claudia Koll, che, probabilmente nel tentativo di ripulire la sua immagine pubblica, da molti anni ormai ha assunto un atteggiamento monacale, sottolineato da un outfit decisamente castigato.
In ogni caso, se l’intento del titolo era quello di attirare l’attenzione generale sul libro della Perel… direi che l’operazione è perfettamente riuscita, dal momento che l’opera è in corso di pubblicazione in ben 25 paesi!
Torniamo all’argomento di questo articolo, il tradimento. Tutti noi, almeno una volta nella vita abbiamo tradito o siamo stati traditi. Questo è successo ai nostri genitori, ai nostri nonni, ai nostri bisnonni e così via.
Risalendo lungo l’albero genealogico fino all’origine dei tempi, scopriamo che il tradimento è antico quanto l’umanità. E altrettanto antica è la sua condanna: ancora oggi in nove Paesi al mondo è punito con la morte. Nonostante abbia una tenacia che il matrimonio può solo invidiare, l’infedeltà è un fenomeno della sfera affettiva e sociale poco compreso in tutte le sue implicazioni. O meglio, è ancora un tabù.
Esther Perel, sulla base di tre decenni di lavoro come psicoterapeuta di coppia, crea in questo libro uno spazio franco in cui le diverse esperienze sono esplorate con libertà e partecipazione, sollevando questioni che coinvolgono la persona nel suo complesso, non solo il rapporto in difficoltà. Perché si tradisce anche quando si è felicemente sposati?
Esiste un legame di coppia a prova di tradimento? Si possono amare due persone allo stesso tempo? Perché l’infedeltà ci ferisce così nel profondo? E infine, paradossalmente, può il tradimento aiutare la coppia, inducendo donne e uomini a porsi le domande giuste sul senso delle proprie scelte? Perel indaga le ragioni dell’infedeltà, e i suoi significati. «Molti le ritengono questioni di scarsa importanza, di fronte al dato di fatto di un tradimento consumato. Eppure, sempre più persone si rivolgono a me per sapere cosa è successo. Vogliono capire, imparare dall’esperienza e tornare a volare.»
L’infedeltà ci può insegnare molto sulle relazioni amorose, ma anche su noi stessi. Imporci di essere consapevoli del nostro atteggiamento personale e culturale verso l’amore, il desiderio, il sesso, l’impegno. E tradursi in un nuovo inizio. Un libro per chi ha tradito ed è stato tradito, ma anche per chi vuole capire meglio la natura dell’amore. «Esther Perel non ci offre una spalla su cui piangere, è troppo impegnata a cercare di scuoterci per farci ritrovare la vitalità, la complicità, il terreno comune nel nostro rapporto di coppia.»
The New York Times «Perel affronta il dolore e le macerie del tradimento con brutale onestà, compassione e con acute osservazioni. Se il vostro matrimonio è in crisi, avete bisogno di lei.»
The Guardian «Così fan tutti esamina l’infedeltà da ogni punto di vista, con l’intento di rendere il moderno rapporto di coppia più resiliente.»
The Washington Post «Esther Perel, psicoterapeuta belga trapiantata a New York, è una delle voci più originali e profonde sulle relazioni di coppia. I suoi due TED Talks hanno raggiunto i 20 milioni di visualizzazioni e il suo saggio precedente, L’intelligenza erotica (2007), è diventato un fenomeno internazionale, tradotto in tutto il mondo. È anche produttore esecutivo e voce narrante della Serie Audible “Where Should We Begin?»
Il tema del tradimento è, in maniera indissolubile, legato a quello del sesso. A questo proposito, riporto integralmente l’articolo di Greta Sclaunich, pubblicato il 18 aprile 2024 sul Corriere Della Sera.
Si può essere felici in coppia senza fare sesso?
In Italia solo il 42% delle coppie lo fa due volte a settimana: cosa dicono gli esperti sulle «coppie bianche» e le storie di chi ha attraversato momenti di astinenza (e come è andata a finire).
Daniele ha poco più di 50 anni e da qualche tempo la sua compagna, una coetanea, non vuole più fare sesso con lui. Da quando si è avvicinata alla menopausa Manuela (entrambi i nomi sono di fantasia) ha iniziato a sentirsi a disagio nell'intimità fino a rifiutarla completamente. La soluzione, secondo la ginecologa interpellata dalla coppia, ci sarebbe: cure ormonali, creme... il punto è che Manuela non vuole: a Daniele ha detto di stare bene così. Non si tratta di una crisi di coppia, né di rifiutare l'intimità con il compagno: semplicemente, per lei, l'intimità può prescindere dal sesso e infatti gli ha chiesto di dedicarsi, insieme, ad altre attività.
Per Daniele e Manuela lo stop al sesso è arrivato con la menopausa. Per altre coppie arriva dopo il primo figlio, per altre ancora quando la routine si stabilizza e ci si scopre, se non meno innamorati, sicuramente più abituati l'uno all'altra. C'è chi, a questo punto, scomoderebbe Tolstoj e il sempreverde incipit di Anna Karenina: «Tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo». Siamo sicuri, però, che le coppie senza (o con poco) sesso siano infelici?
Ogni quanto si fa sesso (davvero)
Per provare a rispondere a questa domanda, partiamo dai dati. Che, tanto per cominciare, sfatano lo stereotipo che la normalità, per le coppie, sia di due rapporti sessuali a settimana.
Secondo l'ultimo rapporto Censis Bayer sul comportamento sessuale degli italiani tra i 18 e i 40 anni (segmento d'età che in teoria dovrebbe essere il più attivo dal punto di vista dei rapporti intimi) solo il 41,6% degli italiani sessualmente attivi lo fa almeno due volte a settimana.
Gli altri lo fanno una volta a settimana (27,7%), almeno una ogni tre o quattro mesi (21,2%), ogni cinque, sei mesi o più (3,9%). E poi ci sono quelli che non hanno rapporti completi e che rappresentano il 16,5% degli italiani divisi fra quelli che non hanno mai avuto rapporti sessuali (10,2%) e quelli che ne hanno avuti ma non completi (6,3%).
Non si tratta di una tendenza solo italiana, visto che nello studio americano General Social Survey appaiono numeri simili, anzi pure più bassi: il 50% degli intervistati (in questo caso, adulti di tutte le fasce d'età) sostiene di fare sesso al massimo una volta al mese. Sempre dagli Usa arriva anche un'altra tendenza, che riguarda soprattutto le giovani donne e ha le sue radici nel movimento #MeToo: si tratta del cosiddetto «boysober» cioè il fatto di restare intenzionalmente in astinenza per liberarsi dalle costrizioni sul sesso della cultura patriarcale.
La noia (e i consigli degli esperti)
Per gran parte delle coppie, però, non si tratta di seguire un movimento di empowerment femminista. Il calo dei rapporti ha soprattutto a che fare con la noia. Questa è la teoria della psicoterapeuta Esther Perel, che al tema ha dedicato il suo saggio «Così fan tutti» (tradotto e pubblicato in Italia da Solferino). Il sottotitolo dell'opera, «Ripensare l'infedeltà», offre anche una possibile soluzione. Non l'unica, certo.
Sempre la Perel, nel suo podcast «Where should we begin?» aiuta le coppie a esplorare le loro fantasie e a trovare nuovi modi di approcciarsi l'uno all'altra.
All'opposto, l'editorialista Dan Savage critica la monogamia, suggerendo che non sia la via obbligata per tutti.
Di noia, abitudine e routine parla anche il filosofo Alain de Botton che nei suoi saggi suggerisce diverse strategie per ricominciare a fare sesso. Due su tutte: cambiare ambiente per offrirsi prospettive nuove e spezzare la routine (con una vacanza o un weekend, ma pure investendo in un paio d'ore al motel); mettere in agenda un appuntamento fisso per farlo.
Se vi sembra di aver già sentito quest'ultima strategia, non sbagliate: è uno dei metodi più consigliati alle coppie nell'ultimo decennio. Se invece avete qualche anno in più, ricorderete soprattutto la prima: negli anni '90 gli psicoterapeuti infatti suggerivano alle coppie di fare più sesso possibile per rinforzare il legame.
Ripensare il sesso (e la coppia)
Negli ultimi anni, però, si è fatto strada un nuovo tipo di approccio. Anziché combattere il calo del desiderio e l'astinenza, forse è il momento di togliere il sesso frequente dalle componenti fondamentali di una relazione.
Lo teorizza, per esempio, la ricercatrice Emily Nagoski, autrice del saggio «Come together»: secondo lei l'intimità non deve essere obbligatoria né fissata in agenda. Per una semplice e banalissima ragione: a volte il basso desiderio arriva dal fatto che il sesso che facciamo non ci piace. Perciò, per Nagoski, il primo passo che devono fare le coppie che vogliono fare più sesso è quello di capire cosa desiderano e cosa desidera il partner. Tenendo conto che i desideri nel tempo possono cambiare e che l'equilibrio non è scontato né dovuto, ma che si dovrà spesso ritornare a lavorarci su.
Quando l'equilibrio cambia in meglio (e inaspettatamente)
Questo non significa che sarà sempre difficile. L'equilibrio può anche cambiare in meglio, e inaspettatamente. Come è successo a Flavio e Marianna (entrambi nomi di fantasia): 70enni, insieme da più di 50 anni, hanno sempre vissuto il sesso con difficoltà. Lui ha raccontato che da sempre l'approccio di Marianna ai rapporti è stato «mai richiesto e sempre poco partecipato», anche dopo la sua scelta di farsi vasectomizzare per evitare il rischio di ulteriori gravidanze dopo aver avuto due figli. Proprio la nascita dei figli aveva segnato una battuta d'arresto nei rapporti, salvo poi «riprendere dopo cinque o sei anni con più tranquillità... diciamo "da quarantenni" o giù di lì». L'ultimo capitolo di questa storia si apre qualche anno fa, quando Flavio subisce un trapianto di cuore e Marianna, nello stesso periodo, affronta la menopausa. Due eventi in diverso modo traumatici che, a sorpresa, aprono a una svolta: Marianna «si è ritrovata da allora molto più disponibile a quelli che mi piace definire "incontri ravvicinati di un certo tipo": da allora più frequenti, più coinvolgenti, insomma più piacevoli e più graditi anche da lei».
Il nuovo equilibrio si è mantenuto nel tempo: «Questo atteggiamento continua ancora a oggi, talvolta con il ricorso da parte mia a qualche aiutino chimico, che preciso non essere nascosto ma condiviso».
Flavio però ci tiene ad aggiungere un'ultima postilla, con la quale conclude la sua storia (che è stata pubblicata sulla newsletter seGreta: è gratuita, ti puoi iscrivere qui): «Mai in tutti questi anni ho, per un solo momento, pensato di "rivolgermi altrove" per un momento di sesso facile. Le occasioni non sono mancate, ma per me il sesso è sempre stato "vedere quell'espressione sul viso di mia moglie", non di un'altra donna».
Come avete potuto constatare, la Sclaunich considera (dal momento che cita “Così fan tutti” della Perel) il tradimento come una delle possibilità offerte alle coppie ormai vinte dalla noia.
Certo, il tradimento può essere distruttivo non solo per chi lo subisce, ma anche per chi lo compie. Per questo la soluzione migliore - e indolore - per consumare del buon sesso al di fuori della coppia senza le complicazioni e i sensi di colpa di una relazione extraconiugale è frequentare le ragazze di Rosa Rossa. Una vera e propria iniezione di morbosità e fantasia che può rivitalizzare l’intimità di coppia in modo appagante, perché, si sa, l’appetito vien mangiando e niente stimola l’appetito come vedere qualcuno che mangia con gusto.