ALFABETO DEL SESSO: LETTERA H I J K

ALFABETO DEL SESSO: LETTERA H I J K

Eccomi di nuovo qui, per una nuova, succulenta raccolta di parole dell’alfabeto del sesso. Per rendere più corposo questo articolo, abbiamo deciso di accorpare ben 4 lettere dell’alfabeto, perché ognuna di essa, presa singolarmente, avrebbe offerto meno materiale per soddisfare le vostre curiosità. Come vedrete, la maggior parte delle parole sono di origine anglosassone, perché in italiano praticamente non esistono parole che inizino con H, J e K.

Ma, come diceva sempre mia madre, una parola è poca e due sono già troppe. Per cui, senza altri indugi, cominciamo!

La H

Handjob

La stimolazione del pene praticata con la mano… in altre più semplici parole una sega, pugnetta, masturbazione maschile, letteralmente un “lavoro di mano”

Horny

Arrapato. Lo si trova spesso nei testi inglesi e negli annunci delle escort internazionali. Capisc’amme…

Herpes genitale

Malattia a trasmissione sessuale provocata dal virus dell’herpes simplex. Si manifesta con piccole vescichette sulle mucose genitali che, rompendosi, danno origine a piccole piaghe molto dolorose. Non esiste una cura risolutiva e la malattia può ripresentarsi anche a distanza di anni.

Hard-on

Un modo inglese per indicare un’erezione

Hentai

E' una parola giapponese che significa "anormalità", "anormale", o "pervertito", ma anche, in altro contesto, "metamorfosi". In Giappone si utilizza soprattutto con il significato di "sessualmente perverso" e ha una connotazione molto negativa, in quanto indica forme di "perversione sessuale".

Utilizzato nella grafia hentai, diviso principalmente tra hentai anime, hentai manga e videogiochi contenenti riferimenti sessuali (eroge) o espliciti (H game). In Giappone viene anche usata l'espressione seijin manga con lo stesso significato.

Harem

Il termine harem‎ (in arabo harīm, o haramlik, propriamente "luogo inviolabile" o "proibito"), indica il gineceo: il "luogo riservato" destinato alla vita privata delle donne (mogli e concubine) nel mondo islamico medievale e moderno. In passato il termine era adattato in italiano come aremme.

La I

Ibristofilia

L'ibristofilia è una parafilia in cui l'eccitazione sessuale e il raggiungimento dell’orgasmo, o la facilitazione ad esso, sono dipendenti o comunque contingenti dal fatto di essere a conoscenza che il proprio partner ha commesso qualcosa di non consentito dalla legge, quindi dei veri e propri crimini, anche efferati, quali omicidio, stupro e rapina a mano armata.

Imene

Membrana mucosa che limita parzialmente l'accesso all'ostio vaginale.

Impotenza

Disturbo sessuale che consiste nell’incapacità di ottenere o di mantenere un’erezione per un tempo sufficiente per portare a termine un coito. L’impotenza può verificarsi a qualsiasi età e manifestarsi in diverse forme. La situazione più frequente è quella in cui l’uomo ha erezioni parziali, insufficienti per consentire un’adeguata penetrazione e permettere quindi di portare a termine un rapporto sessuale soddisfacente

Incesto

Rapporto sessuale tra un individuo e un suo parente stretto (padre, madre, fratello, sorella, nonno, nonna, zio, zia). Ma soprattutto cugini. Come si dice: non c’è cosa più divina che scoparsi la cugina!

Infertilità

Incapacità maschile e femminile di procreare. Sinonimo di sterilità.

Infibulazione

Pratica rituale che consiste nel cucire l’orifizio vaginale (più raramente il prepuzio nei maschi), per doverlo poi riaprire al momento del matrimonio.

Inseminazione Artificiale

Meglio definita come PMA, ovvero Procreazione Medicalmente Assistita, si riferisce a una serie di metodiche volte a ottenere una fecondazione.

Iconolagnia

Impulsi sessuali violenti verso i cartonati a grandezza naturale

Isterectomia

Metodo particolarmente invasivo per evitare di procreare bastardi, realizzato strappando parzialmente o per intero l’utero della donna.

Intersex

Intersex è un termine generale usato per una varietà di situazioni nelle quali una persona nasce con un’anatomia sessuale o riproduttiva che non coincide con le “caselle” di maschio e femmina. A volte bamnini intersessuali vengono sottoposti a interventi chirurgici per far sì che il loro corpo coincida con l’idea di maschio o femmina.

Interracial

Letteralmente, interracial (interazziale in italiano) significa matrimonio o rapporto “misto”, generalmente riferito a bianchi e neri. Nel linguaggio del porno, indica una categoria di video pornografici che hanno come protagonisti di solito una o più donne bianche con uno o più maschi neri, notoriamente molto ben dotati!

Ius primae noctis

Vedi in fondo all’articolo il mio succoso approfondimento

La J

Jism

Un termine inglese piuttosto volgare per indicare lo sperma.

Jonny

Termine usato in alternativa a condom, o preservative.

Jerks off

Frase volgare usata per indicare la masturbazione. Insomma, ‘sti inglesi ci vanno giù pesante con le parole.

La K

Kama sutra

Tutti ne hanno sentito parlare, ma pochi ne conoscono il significato. Confuso spesso con un manualetto erotico, il Kama sutra (letteralmente, “Massime sull’amore”) è considerato di solito un compendio di posizioni per fare sesso. In realtà è uno dei testi più importanti della poesia sanscrita, anche se non l’unico. Ci sono infatti, tra gli altri, il Kuttani mata (Consigli di una cortigiana) attribuito a Damodara Gupta, ministro di un re del Kashmir verso la fine dell’VIII secolo, e il Samaya matrika (La perfetta cortigiana) del poeta Kshemendra (XI secolo).

Il Kama sutra fu scritto tra il I e il VI secolo da un certo Vatsyayana. L’autore, però, si limitò probabilmente a elaborare e riunire opere diverse, tramandate oralmente. I testi che entrarono a far parte della raccolta risalgono infatti a epoche precedenti e appartenevano a sutre (cioè massime filosofiche) dedicate alla politica, al comportamento e alla spiritualità.

Lo scopo del trattato è insegnare agli uomini e alle donne come comportarsi davanti al desiderio sessuale (kama) per garantirsi una vita sentimentale felice.

L’amore, nella cultura indiana, rappresenta una componente fondamentale del trivarga, la “triade dei valori”: il rispetto della religione, la cura degli affari e, appunto, l’amore. Ecco perché nel Kama sutra le relazioni tra i sessi sono analizzate a 360 gradi. Vi si parla di principi etici, si spiega come corteggiare una donna e come vivere in matrimonio con lei.

Solo una sezione è dedicata alle tecniche amatorie. Vatsyayana ne descrisse 64: otto modi di fare l’amore, moltiplicati per otto posizioni. Uomini e donne vengono chiamati con nomi di animali: lepri, tori, cavalli, daini, puledre ed elefanti. Come riconoscere una lepre da un toro? A fare la differenza sono le dimensioni degli organi genitali, la forza del desiderio, l’intensità, la passione e la durata del rapporto.

Kissing

L’atto del baciarsi. Quando due persone, dello stesso o di sesso diverso, avvicinano le bocche per darsi reciprocamente piacere.

KY Jelly

Un lubrificante che può rendere il sesso (capito quale?) più facile e, soprattutto, più piacevole!

Katoptronophilia

Eccitarsi guardandosi allo specchio

Koonago

il vocabolo, che significa donna piccola, indica un sottogenere della pornografia hentai incentrato proprio sulle avventure che le protagoniste, rimpicciolite alle dimensioni di una bambola o anche meno, vivono in balia dei giganti crudeli che le utilizzano come giocattoli sessuali

Come promesso, e come facciamo ogni volta, oggi approfondiremo Ius primae noctis (dal latino, diritto della prima notte), una presunta pratica utilizzata, fin dai tempi più remoti, per esercitare un diritto di priorità di accesso a un oggetto o, più diffusamente, a una persona.

Ius primae nocti o noctis

Vasilij Dmitrievič Polenov: Le droit du Seigneur (1874)

Quest’olio di Vasilij Polenov rappresenta una giovane sposa portata dalla famiglia in casa del signore per passarvi la notte di nozze. XIX secolo. Gosudarstvennaja Tret’jakovskaja Galereja, Mosca

La locuzione latina ius primae noctis, chiamata droit de cuissage in Francia e derecho de pernada in Spagna, si riferisce al “diritto” secondo cui, in virtù di una legge o di un costume che lo rendevano lecito, un signore feudale poteva violentare una donna appena sposata nella sua prima notte di nozze. Ne conseguiva che né gli sposi, né i parenti gli opponevano resistenza.

In pratica quindi  indica il presunto diritto del signore feudale di sostituirsi al marito nella prima notte di nozze, in occasione del matrimonio di un proprio servo della gleba. Ho scritto presunto perché in realtà non esistono fonti che dimostrino l'effettiva esistenza di un simile diritto.

La succitata 'espressione francese droit du seigneur, cioè "diritto del signore", in realtà fa riferimento a un'ampia gamma di diritti riconducibili al signore feudatario, inerenti quindi anche alla caccia, alla riscossione di tasse e tributi, all'agricoltura.

Non vi sono testimonianze della reale esistenza e diffusione di tale diritto nell'Europa medievale. In particolare, nelle fonti storiche di epoca medievale non ne è rintracciabile alcuna menzione, né da parte delle autorità laiche (re, imperatori), né da parte di quelle ecclesiastiche. Ogni riferimento conosciuto risale, infatti, ad epoche successive. Questo ha portato parte della moderna critica storiografica a derubricare lo ius primae noctis a una sorta di mito moderno relativo all'epoca medievale, la cui fondatezza non si basa su alcuna fonte documentata. Ci sono inoltre prove documentarie che mostrano come alcuni dettagli circa certe tasse dovute e certi diritti pretesi, tratti fuori dal loro contesto, furono usati dagli eruditi a partire dal '400 come fonte utile a produrre la leggenda di questa istituzione del brutto tempo ormai andato.

Un documento del 1247 attesterebbe il diritto di un Signore Francese di esigere una tassa sul matrimonio dal padre di una ragazza quando questa fosse andata in sposa a un ragazzo di un altro villaggio. La tassa fa parte di una serie di diritti che il signore elenca in uno scritto in latino, per dividerli da quelli spettanti invece ai monaci dell’abbazia. Un monaco fra questi si divertì a tradurre in rima e in francese questa serie di diritti del signore. Giunto alla tassa sul matrimonio, il monaco scrisse:

Oggi si pagano 3 soldi, ma ai contadini va bene, perché nei tempi antichi la tassa era tanto costosa che, piuttosto che dare al Signore un capo di bestiame, il padre gli offriva la verginità della figlia.

Come è facile intuire, in questo caso non è il Signore a esigere un diritto, ma il contadino a offrire un compenso pur di non pagare la tassa.

Alla fine del ‘400 un avvocato cuneese, il dottor Rebaccini, scrisse una storia della città, e parlò, al passato remoto, dei “Bui vecchi tempi”. Per giustificare la fondazione della città, operata da un gruppo di contadini in fuga da un despotico signore vicino, fra le tantissime cause individua il “privilegio concesso” al signore del villaggio di deflorare le donne, e in particolar modo le giovani spose.

Come l’avvocato Rebaccini, in molte altre città italiane e francesi diversi edotti scrissero delle storia della città fondate da contadini, e lo Ius Primae Noctis diventò una leggenda comune inserita nel contesto di molte altre cause, storicamente verificate, per spiegare l’impossibilità di continuare a servire il signore del villaggio precedente.

La Mugnaia del Carnevale di Ivrea: secondo la leggenda, avrebbe approfittato dello ius primae noctis per uccidere il barone che opprimeva la città.

In conclusione, quanto lo ius primae noctis fosse effettivamente diffuso, e in quale misura i signori feudali ne facessero uso, è stato argomento molto discusso.

Secondo la visione che si affermò nell'età moderna, il servo della gleba era legato alla proprietà padronale e i vari aspetti della sua vita erano comunque condizionati dal legame con la terra che coltivava. Di conseguenza, anche al feudatario che possedeva i campi. Anche il matrimonio, come altri aspetti della vita sociale, vi era ricompreso e talvolta, per ottenere il consenso ad esso, doveva versare un tributo.

Secondo Régine Pernoud, nel corso del X secolo si istituì l'uso di reclamare un'indennità pecuniaria dal servo che, sposandosi, lasciava il proprio feudo per trasferirsi in un altro. Il "diritto signorile" era pertanto di natura prettamente economica. La stessa Pernoud riconduce ad interpretazioni «completamente erronee» di lessico giuridico e di simboli con cui il feudatario autorizzava il matrimonio di un servo (che, per questo, abbandonava il proprio feudo e si trasferiva), il travisamento della natura pecuniaria del tributo.

In Italia esistono comunque diversi luoghi, paesi o città, nelle cui leggende di fondazione viene tuttavia menzionato questo presunto diritto.

Tra questi: Fumone, Roccascalegna, Mesoraca, Melissa, Dolceacqua, Sant'Agata di Puglia, Fiuggi, Avigliano(Una leggenda narra che la balestra aviglianese nacque per armare una donna con l'intento di assassinare il feudatario a cui era costretta allo ius primae noctis), Francavilla in Sinni, Onzo e Montalto Ligure.

Per nessuna di queste tradizioni esistono conferme storiche sul fatto che lo ius sia mai stato realmente in vigore.

In ogni caso, non si può parlare dello ius primae noctis come di un fenomeno generalizzato del diritto medievale. Oltre all'assenza di riferimenti legislativi ufficiali civili o ecclesiastici va notato come nel medioevo vi furono numerose rivolte dei contadini in occasione delle quali venivano redatte in forma scritta richieste e lamentele dei rivoltosi (vedi, per esempio i dodici articoli della guerra dei contadini tedeschi del 1525). In questi testi non si trovano mai accenni allo ius primae noctis, né a soprusi sessuali d'altro genere.

Aspetti giuridici e possibili spiegazioni antropologiche

Anche se una parte degli storici contemporanei sostiene quindi che non esista una prova definitiva dell'effettivo esercizio di questa usanza nel Medioevo, persiste comunque un profondo disaccordo riguardo all'origine, al significato e allo sviluppo della diffusa credenza popolare e dell'effettivo significato simbolico legato a questo presunto diritto. Esso viene segnalato a partire dal XIII secolo. Il documento più antico è un accordo scritto fra i monaci benedettini e il signore di Verson, datato al 1247, il quale impegna i servi della gleba residenti nella sua proprietà terriera a corrispondere una tassa al feudatario locale, perché questo rinunciasse ad esercitare il diritto di veto, permettendo di celebrare il matrimonio fra la figlia di un fittavolo con un uomo non residente nel contado.

La ricerca storica, però, sottolinea la finzione che spesso caratterizza le opere giuridico-letterarie dell'epoca, per cui la convinzione che esistesse una pratica generalizzata di questo "diritto" potrebbe essere un mito moderno, che rivelerebbe poco sulla realtà del medioevo.

Si ritiene che l'origine di questa credenza risalga al XVI secolo. Il filosofo scozzese Hector Boece riporta il decreto del mitico re scozzese Evenio III secondo cui "il signore delle terre può disporre della verginità di tutte le ragazze che vi abitano"; la leggenda vuole che Santa Margherita di Scozia abbia fatto rimpiazzare lo ius primae noctis con una tassa di matrimonio chiamata merchet. Tuttavia Evenio III non è mai esistito e tutto il racconto di Hector Boece attinge largamente dal mito. Nella letteratura del XIII e XIV secolo e nei codici di legge fondati sul diritto consuetudinario lo ius primae noctis è strettamente correlato alle specifiche tasse di matrimonio dei servi o ex servi.

Secondo alcuni antropologi lo ius primae noctis può essere considerato la degenerazione di un rituale arcaico. La verginità era collegata a un tabù molto forte, che poteva essere rimosso solamente da un re/sciamano/personaggio potente. Ogni altro uomo ne sarebbe rimasto danneggiato. Studi recenti vedono nel mito dello ius primae noctis e nei riti carnevaleschi di eliminazione del tiranno ad esso spesso collegati (per es. Ivrea o Castello Tesino), una funzione apotropaica, tipica dei riti di eliminazione del male, e in ultima istanza propiziatoria della fertilità.

Analogie fra diverse culture

Uno studioso, Evans, ha sostenuto che lo ius primae noctis potesse essere effettivamente esistito nella tradizione dell'Europa medievale e che potrebbe essere stato simile ai riti di deflorazione dell'antica Mesopotamia o quelli tibetani del XIII secolo.

Nella letteratura mesopotamica, il diritto della prima notte, ossia il privilegio del signore di deflorare la sposa di un altro uomo, è un topos assai antico, risalente perlomeno al poema epico Gilgameš (2000 a.C. circa). Anche se le descrizioni letterarie dell'antica Mesopotamia e le leggende dello ius primae noctis nell'Europa medievale mettono in evidenza tradizioni culturali molto diverse, si ricongiungono nel fatto che, in entrambi i casi, sono coinvolti personaggi di elevato rango sociale.

Erodoto che scrive nel V secolo a.C. nelle Storie IV-168 riporta a proposito dei Libici Adimarchidi: "E al re soli [tra i libici gli Adimarchidi] le vergini che sono in procinto d'accasare presentano: quella che al re stima abbia generato, da questo è deflorata" (traduzione letterale).

Marco Polo, ne Il Milione, osservava che nel Tibet del XIII secolo "La gente di queste parti non è avvezza a sposare le ragazze fino a quando queste sono ancora vergini, ma al contrario desiderano che abbiano avuto affari con molti di sesso opposto"; gli studiosi hanno sottolineato l'analogia tra lo ius europeo, l'usanza mesopotamica e quella tibetana, evidenziando però che i tre esempi non rappresentano le istanze di un tiranno che impone la sua volontà ai soggetti femminili, bensì un "rituale di deflorazione", nel quale '"la comunità radunava attorno all'opera di supporto l'individuo", nella fattispecie il defloratore.

Il castello di Roccascalegna

Anche in zona d'Abruzzo esistono diverse leggende inerenti al sopruso del feudatario con il suo conseguente omicidio da parte di un popolano. Esistono leggende del barone di Archi, del barone Corvo de' Corvis di Roccascalegna (tra le più famose), e del castello Malanotte ridenominato Buonanotte (Montebello sul Sangro).

Ormai me lo domando serenamente: Questo IPN è dunque una bufala medievale?
Davvero nel medioevo un signore feudale poteva giacere a buon diritto al posto del suo suddito con la sposa contadina? La risposta è no, e il professor Alessandro Barbero, professore ordinario di Storia Medievale presso l’Università del Piemonte Orientale e volto noto al pubblico della divulgazione storica di SuperQuark, spiega come è possibile dimostrare che lo Ius primae noctis è una fake news medievale.

Durante il Moby Dick Festival di Terranuova Bracciolini il professor Barbero è intervenuto sul tema dello Ius primae noctis: “Sembrerebbe che sia impossibile fare un romanzo o un film sul Medioevo senza tirarci dentro lo Ius primae noctis”. Per esempio, il romanzo La Cattedrale del mare, ambientato nella Catalogna medievale, inizia proprio da uno Ius primae noctis. Come riporta il professor Barbero, nel romanzo il signore feudale “trascina la sposina in casa e la violenta, e tutti i contadini fuori tutti annichiliti ma immobili, perché quello è un diritto e il padre dello sposo gli spiega Il signore ha diritto di giacere con le mogli dei suoi servi nella prima notte di nozze”.

L’altra opera di finzione citata dal professor Barbero per spiegare da dove viene l’idea dello Ius primae noctis nella cultura pop è Braveheart di Mel Gibson:

“Perché gli scozzesi si ribellano contro lo sfruttamento del malvagio re d'Inghilterra? Non gli basta il fatto che il re d'Inghilterra è malvagio e sfruttatore? Nemmeno per idea, ci vuole qualcosa di più, pensano gli sceneggiatori. E che cosa mai può muovere quell'ignorante del Medioevo a ribellarsi?” La restaurazione dello Ius primae noctis.

Nel suo intervento il professor Barbero ha sottolineato come in moltissimi paesi italiani i miti fondazionali sono legati a una rivolta del popolo contro il signore feudale che esigeva lo Ius primae noctis.

La prima menzione dello Ius primae noctis è della fine del 400, ma è un artificio retorico per lamentarsi dei secoli precedenti, come già raccontato dal professor Barbero al Festival della mente di Sarzana, un avvocato cuneese scrisse una storia della città, e parlò, al passato remoto, dei “Bui vecchi tempi”. Per giustificare la fondazione della città, operata da un gruppo di contadini in fuga da un despotico signore vicino, fra le tantissime cause individua il “privilegio concesso” al signore del villaggio di deflorare le donne, e in particolar modo le giovani spose.

Non esiste alcuna citazione dello Ius primae noctis in opere medievali

Questa è infatti la prima stranezza riguardo questo Ius primae noctis, il fatto che non se ne parli in nessuna opera medievale, nemmeno in quelle di finzione. Barbero rileva infatti che in Italia conosciamo bene il “Boccaccio, ma in tutti i paesi europei la letteratura medievale è ricca di novelle poemetti, scherzi, barzellette, incentrate sul sesso, il sesso viene esplorato in tutte le forme”: storie di donne che scoprono che il marito è omosessuale, storie di parroci che insidiano le mogli dei loro parrocchiani, mogli che esigono di essere soddisfatte dai mariti inadempienti eccetera eccetera. Ma “Non c'è un solo testo medievale che racconti di avventure sessuali dove c’entri lo Ius primae noctis”.

Oltre alla produzione letteraria, ci si potrebbe aspettare qualche menzione dello Ius primae noctis nei numerosi testi che riportano le cause tra i contadini e i signori feudali. Come spiega il professor Barbero, i contadini, quando venivano sfruttati dai loro signori, si lamentavano in maniera più o meno accesa a seconda della circostanza. Per esempio, nel caso in cui la legge della signoria imponeva alle eredi femmine di non poter ereditare ciò che apparteneva ai genitori. In quei casi si potevano verificare diversi scenari, dal più pacifico al più violento.

In molti casi i contadini decidono di procurarsi un avvocato o di appellarsi a un potere superiore (un duca, un re) che possa dirimere legalmente la questione. Queste operazioni hanno lasciato moltissime tracce documentali, perché i processi che ne scaturivano prevedevano “tonnellate di verbali ed i memoriali degli avvocati in latino in cui i contadini spiegano per filo e per segno tutto quello che nella Signoria a loro non sta più bene”. Per quanto riguarda lo Ius primae noctis, “non c'è un solo caso in cui sia menzionato nell'elenco infinito dei contadini contro i signori”.

Un’altra causa di questa tradizione “postuma” sullo Ius primae noctis sono, secondo Barbero, i giuristi del Rinascimento e dell’età moderna, “la gente più credula che si possa immaginare. Leggevano i documenti e li capivano a modo loro”. Per esempio, secondo alcuni di questi l’imposta chiamata culagium (che in realtà è una derivazione francese della parola collecta), sarebbe una specie di Ius primae noctis.

Una tassa della prima notte che non è lo Ius primae noctis

Come altri luoghi comuni sul medioevo, non è possibile immaginare come lo Ius primae noctis potesse esistere in una società interamente cristiana. Barbero cita quindi il caso dei borghesi di Amiens, che “accettano di pagare una certa somma al loro Vescovo per riscattare la tassa della prima notte”. Ma questa tassa della prima notte non ha nulla a che vedere con lo Ius primae noctis come viene inteso in Braveheart o nella Cattedrale del mare. Nella città di Amiens infatti il vescovo aveva disposto che l’unione sessuale tra marito e moglie sarebbe avvenuta solo nella terza notte di nozze, come “fioretto” per sottolineare come il matrimonio cristiano fosse un’unione tra anime e non solo tra corpi. Alcuni borghesi ottennero di convertire questo fioretto in una tassa, per poter liberamente consumare il matrimonio la prima notte di nozze.

Il professor Barbero ha concluso il suo intervento citando 1984 di Orwell, nel quale si dice che “nei libri di storia che raccontavano il passato, l'orribile passato dei tempi del capitalismo, si diceva anche che a quei tempi c'era una cosa chiamata lo Ius primae noctis. Era una legge per cui ogni capitalista aveva il diritto di andare a letto con tutte le operaie nelle sue fabbriche”.

«Lo ius primae noctis è una straordinaria fantasia che il Medioevo ha creato, che è nata alla fine del Medioevo, ed a cui hanno creduto così tanto, che c'era quasi il rischio che qualcuno volesse metterlo in pratica davvero, anche se non risulta che sia mai successo.
In realtà è una fantasia: non è mai esistito.»

A proposito di citazioni più basse rispetto a Orwell a noi piace ricordare lo Ius Primae Noctis con l'indimenticato merlo maschio Lando Buzzanca.

Rispondenoa un indignato lettore di Libero il 19 settembre di qualche luna fa invece, Vittorio Feltri ha scritto: "Personalmente sono contrario allo ius soli. Propenderei per lo ius primae noctis, molto più divertente se applicato a mio e anche tuo vantaggio, conoscendo le inclinazioni maschili. Mi rendo però conto che sarà difficile ottenerlo sia pure in forma blanda. Pazienza. La democrazia troppo spesso rende infelici".

L'opera di Mozart Le nozze di Figaro racconta che il conte d'Almaviva decise di sedurre la servetta, Susanna, poco prima del matrimonio.

Le nozze di Figaro di Mozart incisione del 1868
Copertina dell’Encyclopédie di Diderot. 1751. Bibliothèque municipale d’Amiens

Nell’Encyclopédie si afferma che lo ius primae noctis «rimase vigente in Francia e in Scozia» a lungo.   Un articolo è dedicato proprio a «quel diritto che i signori si arrogarono prima e durante l’epoca delle crociate, diritto di giacere nella prima notte con le donne appena maritate, le loro vassalle plebee […] Nel secolo scorso alcuni fecero pagare ai sudditi la rinuncia a quello strano diritto, che per molto tempo rimase in voga in quasi tutte le province della Francia e della Scozia».

BUGLIANO 8 LUGLIO 1958: ABOLIZIONE DELLO “IUS PRIMAE NOCTIS”

La data dell’otto luglio 1958 rimane un momento importante per la storia del glorioso comune di Bugliano; quel giorno fu abolito, grazie all’allora sindaco dott. Gesualdo Buggiani, il diritto alle prime nozze, o ius primae noctis, una tradizione secolare che consentiva al sindaco di verificare se le novelle spose fossero adatte alla vita coniugale, al fine di garantire serenità e gioia all’interno del focolare domestico.
Fu il marchese Anselmo Buggiani, il 13 marzo 1295, a istituire quella che in realtà era una pratica già in vigore da tempo immemore. È giusto ricordare, che dal 1870, lo ius primae noctis era diventata una semplice chiacchierata a lume di candela presso l’osteria “Il Papero Offeso”, dove il sindaco faceva conoscenza della nuova sposa. Va da sé che, complice il vino e l’oppio, la maggior parte di quegli incontri finivano per diventare più intimi, ma sempre con il consenso della sposa. Contrariamente a quanto potessero pensare i detrattori di tale tradizione, il sindaco si prodigava affinché al marito venisse assegnato un lavoro di pubblico impiego presso il municipio di Bugliano, garantendo la sussistenza per una famiglia buglianese.

Nell’Encyclopédie si afferma che lo ius primae noctis «rimase vigente in Francia e in Scozia» a lungo.   Un articolo è dedicato proprio a «quel diritto che i signori si arrogarono prima e durante l’epoca delle crociate, diritto di giacere nella prima notte con le donne appena maritate, le loro vassalle plebee […] Nel secolo scorso alcuni fecero pagare ai sudditi la rinuncia a quello strano diritto, che per molto tempo rimase in voga in quasi tutte le province della Francia e della Scozia».