NON LO FO PER PIACER MIO MA PER DARE FIGLI A DIO

NON LO FO PER PIACER MIO MA PER DARE FIGLI A DIO

Nell’articolo che segue e che io, umilmente, introduco (articolo a cura della Redazione salute del Corriere della Sera dell’11 novembre), sono finalmente svelati i motivi dello spauracchio “calo demografico” o “crollo delle nascite” in Italia.
Curioso come nel nostro paese la caccia alla notizia (tragica) riesca a far distrarre persino da numeri chiarissimi e più ampi. Lo si svela persino nel nuovo film capolavoro di David Fincher “The Killer”: nel mondo ogni secondo muoiono 1,8 persone e ne nascono quasi 4. Dovremmo già essere 7,8 miliardi di bipedi parlanti su questo pianeta. Forse addirittura di più. A dispetto della gretta informazione italiana. Chissà se non attraverso l’accoppiamento sessuale classico, come vengono concepite tante nuove vite. Perché adesso vi svelo un segreto: di modi e tempi di morire ce ne sono tanti ma le nascite solo dalla mamma dopo che è stata impalmata dal papà.  Certo, ci vengono segnalati casi di fecondazioni assistite, in vitro e studi di clonazione che però al momento in cui scrivo definirei, con pochi timori di smentita, irrilevanti.
Ora, se è vero che la nuova generazione italiana ha sostituito - per timidezza, disagio psicologico o paura delle malattie a trasmissione sessuale - il tradizionale sesso con contatto fisico con il sesso virtuale, l’autoerotismo (che, per carità, ha anche le sue belle attrattive) se non addirittura la completa astinenza (anche se un campione di 500 persone non mi sembra poi così rappresentativo di una popolazione di milioni di persone), una campagna di prevenzione andrologica, come quella auspicata nell’articolo che segue, porta solo tanta acqua al mulino dei camici bianchi.
Il tema della denatalità - per i motivi che gli esperti ci hanno finalmente rivelato - messo di fronte ai dati mondiali o anche solo a quelli relativi al numero di figli prodotti dagli stranieri che giungono nel nostro paese, si rivela quindi solo un falso problema. Un’altra delle “emergenze” da affrontare a suon di farmaci o costose consulenze psicologiche. Per svuotare le nostre tasche e riempire i loro già pingui conti bancari.
Popolo di Rosa Rossa, permettetemi un’ulteriore considerazione, che esprimerò con linguaggio forbito prima di lasciarvi alla lettura dell’articolo del Corriere: non si tromba solo per procreare e non si eiacula solo nella speranza di diffondere il proprio maleodorante DNA. Si tromba anche per godere e a quanto mi suggeriscono fonti attendibili, pure il sesso a pagamento ha le sue belle attrattive. Anche perché, forse, il vero spauracchio, la vera emergenza, è la crisi del mercato del sesso.
Forse più che pletore di esperti, servirebbero ancora padri come quelli che, tanti anni fa, accompagnavano i figli al bordello per svezzarli sessualmente. Farli diventare uomini.

Giovani e sesso: virtuale per un ragazzo su 3, astinenza per 1,6 milioni

di Redazione Salute

Gli specialisti della salute sessuale maschile si dicono preoccupati anche per «i riflessi sull’attuale crollo delle nascite nel nostro Paese e sul boom di impotenza tra i giovani»

In Italia un ragazzo su tre fa solo sesso virtuale, mentre oltre 1 milione e 600mila giovani 18-35enni non ha mai avuto rapporti sessuali e circa 220mila coppie stabili, della stessa fascia di età, dichiara la propria astinenza dal sesso. La proverbiale «tempesta ormonale», gli ardori della tarda adolescenza e l’inizio dell’età adulta, nella Generazione Z sembrano dunque scontrarsi contro blocchi culturali, insicurezza e fragilità. È l’allarme lanciato dagli andrologi italiani preoccupati anche per «i riflessi sull’attuale crollo delle nascite nel nostro Paese e sul boom di impotenza tra i giovani».

A fotografare la crisi dei giovani e il sesso è un’indagine promossa dalla Società italiana di Andrologia (Sia) nell’ambito della campagna di sensibilizzazione e prevenzione andrologica, che ha visto coinvolti, tra gli altri, l’Esercito Italiano, la Croce rossa italiana (Cri), ed è stata condotta dall’Università Iulm di Milano, su un campione di 500 giovani maschi, dai 16 ai 35 anni e i loro partner. Obiettivo della ricerca: esplorare, tramite un questionario, i cambiamenti delle abitudini sessuali dopo la pandemia, la virtualizzazione dei rapporti di coppia, lo stato attuale della prevenzione andrologica per aumentare la consapevolezza dei giovani anche attraverso materiali e spot pubblicati su tutti i social della Sia e sul sito prevenzioneandrologica.it.

Un «aiuto» alla denatalità

«I risultati preliminari dell’indagine mostrano che il rapporto della Generazione Z con il sesso è complicato e contraddittorio — dichiara Alessandro Palmieri, presidente Sia e professore di Urologia all’università Federico II di Napoli —. La sessualità negli under 35 appare sempre più sganciata dalla componente relazionale e riproduttiva, e questo si riflette sulla scarsa soddisfazione nei rapporti reali, 50% del campione, e sul ricorso al sesso solo virtuale per un ragazzo su tre. Questa tendenza alimenta silenziosamente il fenomeno della denatalità con ripercussioni gravi quindi anche sulla società stessa per l’instaurarsi da una sessualità mediata dai social e da Internet, con un grande assente: il contatto fisico. Ciò comporta anche una ricaduta sui disturbi della sfera sessuale».

Problematiche esacerbate durante la pandemia Covid

«Già da parecchi anni ci troviamo di fronte a un incremento di problematiche che interessano i giovani, che la pandemia Covid ha contribuito a esacerbare a causa dell’isolamento. Moltissimi ragazzi lamentano disfunzione erettile ascrivibile alla virtualizzazione del rapporto, all’eccesso di pornografia e di autoerotismo. Così un ragazzo che si approccia alla sessualità può essere intimidito o intimorito, sentendosi inadeguato». Preoccupa infatti che l’11% dei giovani dichiari di utilizzare quasi esclusivamente il mondo online per trovare partner sessuali e il 30% utilizza chat erotiche e siti pornografici quotidianamente.

«Questa difficoltà – prosegue l’esperto – fa sì che i giovani, prima di rivolgersi allo specialista, cerchino informazioni online sui loro problemi. Mentre il 68% dichiara di sapere chi è l’andrologo, il 58% ritenga importantissimo fare visite preventive, poi di fatto il 74% dei giovani risponde che non ha mai fatto una visita andrologica e l’83,9% dichiara di non effettuare controlli regolari».

Astinenza, un fenomeno sempre più diffuso

A preoccupare gli andrologi, oltre al sesso virtuale, al porno e all’autoerotismo, anche la «pace dei sensi» dichiarata da molti giovani, con comportamenti sessuali come l’astinenza sempre più diffusi. Si stima infatti che siano oltre 1,6 milioni i 18-35enni che mai nella vita hanno fatto sesso e circa 220mila le coppie stabili 18-35 anni che hanno rinunciato o quasi al sesso.

«In un contesto caratterizzato da alterazioni della sessualità, che vanno dal ricorso frequente ai rapporti intimi virtuali all’astinenza vera e propria, diventa davvero difficile immaginare o prevedere miglioramenti sulla natalità futura in Italia, già oggi ai minimi storici», sottolinea Palmieri.

Giovani poco informati sulle malattie sessualmente trasmesse

Sul fronte della conoscenza delle malattie a trasmissione sessuale si riscontra un forte gap tra quello che i giovani vorrebbero fare e quello che in effetti fanno. I dati emersi in presenza di queste malattie dicono che solo l’8% dei giovani ne ha parlato con il medico o il 12% a casa, a fronte di un 70% circa che invece ha cercato informazioni autonomamente online o ha avuto informazioni a scuola/università. A mancare non è solo la comunicazione con il medico, i genitori e la scuola, ma anche quella con il partner. Solo l’8,1% dei maschi ha parlato liberamente di malattie a trasmissione sessuale con il partner.

Di contro le risposte al questionario dei partner mostrano che il 38,1% di essi dichiara di voler parlare con il maschio in caso di dubbi riguardanti le malattie sessuali. Interessante il fatto che il 74% dei partner dichiara di parlare di sesso liberamente a fronte del 63% dei maschi. «L’identikit della Generazione Z emerso dalla nostra indagine dimostra chiaramente l’importanza di campagne di informazione e sensibilizzazione sulla salute sessuale maschile nei giovani — conclude Palmieri —. Con la nostra campagna di sensibilizzazione vogliamo arrivare a questa fascia di popolazione maschile al fine di aumentare la consapevolezza dell’importanza della prevenzione andrologica per una vita sessuale sana e soddisfacente».