AMENITA’ SESSUALI: EPISODIO 6

AMENITA’ SESSUALI: EPISODIO 6

Continua l’esplorazione di ciò che di strano, ameno e bizzarro il mondo del sesso ci regala, oggi come ieri.

Se ci pensate bene, più che come semplici stranezze o curiosità, queste amenità hanno una valenza che va ben oltre la loro semplice descrizione. Ci dicono, in fondo, che non esiste una normalità a cui attingere, non ci sono comportamenti più adeguati di altri, rientra tutto in uno schema generale caotico ma allo stesso tempo perfetto, come un pazzo puzzle composto da tessere disordinate e discordanti ma che, visto dall’alto, assume un’armonia quasi perfetta.

Una sua sublime bellezza!

Di fronte a tutto questo, siamo osservatori e non giudici, o se preferite, osservatori non giudicanti. Il nostro sguardo vaga a sinistra e a destra, in alto e in basso, avanti e indietro, curioso e acritico come solo sanno essere i bambini.

Ok ok la smetto qui, anche perché sto avvertendo un certo vostro sconcerto di fronte a questi miei deliri filosofici. Motivo per cui non indugio oltre e vi lascio alla lettura delle amenità di questo sesto episodio.

Anche Jessica Alba, nonostante quel faccino, non è una santa

Il momento in cui i fan di tutto il mondo si sono resi conto che Jessica Alba era impegnata e lo stava pure facendo sulla spiaggia.

Le ragazze curvy e la classificazione per tipi. Ma tu guarda!

Una “pietà” bella e carnale

Per me, questo dipinto è carnale e mistico nello stesso tempo.

Infatti è una ‘Pietà’ al contrario: non una donna che sorregge il corpo (del Cristo) morto, ma l’uomo che regge il corpo della donna (una Madonna in questo caso), viva.

Bellissimo!

R. Ferri, Pietà occulta.

Iene e testosterone. Pensavate sapessero solo ridere?

Credo che la iena femmina rappresenti un esempio notevole di quanto la natura sia precisa.

La competizione all'interno di un branco di iene è così feroce che le femmine hanno bisogno di un livello anormalmente alto di testosterone, rispetto ad altri mammiferi di sesso femminile, per innescare e sostenere l'aggressività e la muscolatura necessarie. Inoltre, stimola lo sviluppo dei cuccioli nell'utero in modo che, dopo la nascita, anch'essi siano sufficientemente aggressivi per competere.

L'elevato testosterone provoca anche un'enorme crescita del clitoride, tanto da farlo assomigliare a un pene ed esibire erezioni clitoridee in segno di saluto, rango e aggressività.

Ma il clitoride è così sviluppato che devono partorire i loro cuccioli attraverso il clitoride! Il canale clitorideo è largo solo un centimetro. La controparte negli esseri umani sarebbe l'uomo che partorisce attraverso il pene. Di conseguenza, rispetto ad altri mammiferi, un'alta percentuale di femmine di iena e dei loro cuccioli muore durante il parto.

Se questo non è un difetto anatomico, non so cosa lo sia!

Donne inglesi detenute mandate in Australia ad espiare

Non solo uomini, ma anche donne! Le colonie stabilite in Australia, specialmente quella di Botany Bay, Nuovo Galles del Sud, nell’area in cui poi sorgerà la città di Sydney, reclamavano manodopera a basso costo per le opere di urbanizzazione e per le coltivazioni. Così la Corona inglese decise di risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri attraverso la deportazione.

I delinquenti incarcerati erano perfetti per questo: dalla semplice detenzione, passavano ai lavori forzati.

Il trasferimento dei forzati in Australia cominciò nel decennio tra il 1770 e il 1780 e diede buoni risultati, però si verificò un problema: una volta scontata la pena, la madrepatria non li rivoleva più indietro. Cosa facile a dirsi, ma difficile da attuarsi, in quanto erano quasi tutti uomini; mancavano le donne.

Quindi, nel 1788, il governo inglese colse la palla al balzo ascoltando l'allora Opinione Pubblica che si proclamava scandalizzata dalla barbarie di bruciare ancora le donne, condannate per furti e vagabondaggio, sul rogo.

Nel carcere di Newgate, in quel momento, c'erano altre 25 donne che aspettavano di essere consegnate al boia. Per la maggior parte erano ladre che avevano commesso furti di poco conto per ragioni chiaramente di necessità.

È proprio lo stesso Lord Sydney, il governatore che darà il nome alla città, a farsi venire l’idea di far sfollare un po’ di ragazze dal carcere sovraffollato di Newgate per andare a popolare l’Australia. Ai suoi colleghi che si occupano di giustizia in patria, l’idea piace subito.

Così, alle 151 condannate recluse in quel momento a Newgate viene proposta l’alternativa della deportazione. Com’è prevedibile, le 25 condannate a morte rispondono subito di sì, mentre le altre fanno resistenza, ma con l'isolamento e il digiuno, riescono a fare loro cambiare idea.

Sydney spedì a Londra una nave in buone condizioni, la “Lady Julian”, al comando del luogotenente Thomas Edgar, un ufficiale che nel curriculum vanta la partecipazione ai viaggi di esplorazione di James Cook.

Poiché la nave appare abbastanza capiente, si fanno arrivare altre giovani donne recluse da altre galere. Il totale, alla fine, ammonterà a una cifra compresa tra le 226 e le 245.

(Vita a bordo di una nave di immigrate per l’Australia).

Il viaggio della “Lady Julian”, cominciato con la partenza da Plymouth il 29 luglio 1789 e durato 11 mesi, sarà incredibilmente fortunato. Moriranno per cause naturali solo 4 passeggere e finirà disperso un solo marinaio durante una tempesta.

Si tratta di un caso più unico che raro nel panorama delle deportazioni dal Regno Unito all’Australia. La regola era che un bel po’ dei deportati morisse in viaggio, per denutrizione, epidemie, maltrattamenti. I comandanti delle navi avevano la massima libertà nel gestire il budget loro assegnato e non perdevano occasione per fare la cresta sulle spese per tenere in vita i passeggeri. I corpi di questi infelici gettati in mare si contano a migliaia. Le navi che arrivarono a Botany Bay nello stesso mese della “Lady Julian”, contenenti deportati di sesso maschile, avevano perso tra i 200 e i 400 passeggeri ciascuna nel viaggio e molti di quelli arrivati non si reggevano in piedi.

Curiosità

Furono registrati solo sei casi di gravidanze a bordo. Sebbene era notorio che avessero rapporti completi con l'equipaggio, evidentemente tra le ragazze ce ne erano sicuramente di molto esperte in grado di istruire le altre, sui rudimentali metodi anticoncezionali del tempo.

Ma le ragazze non hanno solo rapporti con l’equipaggio. La rotta tenuta dalla “Lady Julian” tocca diversi porti per approvvigionarsi di cibo, acqua potabile e qualsiasi altra cosa sia necessaria. La nave tocca tra l’altro Madeira, Tenerife e Rio de Janeiro, prima di puntare su Città del Capo e poi, finalmente, attraversare l’Oceano Indiano. Prima di tutti questi scali, il comandante Edgar ha già messo in chiaro con le passeggere che il budget è ridottissimo e che, prima della fine del viaggio, ci saranno da affrontare parecchie privazioni. Ma questo non sarebbe necessario se fosse possibile guadagnare altri soldi, e c’è un modo molto spiccio ed efficiente di farlo.

Edgar sta chiedendo loro di prostituirsi ad ogni scalo. Non le obbliga, sta a loro decidere. Un bel po’ di esse, ricordando le privazioni patite a Newgate quando avevano fatto resistenza di fronte alla prospettiva di accettare la deportazione, concludono che non c’è molta scelta e si mettono a disposizione.

Non a caso, la “Lady Julian” è ricordata come “il bordello galleggiante”: è anche il titolo del saggio della storica gallese Siân Rees.

Nonostante tutte le riserve che si possono avere sul suo operato, c’è comunque da riconoscere che il comandante Edgar non si comporta certo come un pappone e spende tutti i soldi ottenuti facendo prostituire le sue passeggere per rendere il viaggio il più confortevole possibile. Il bassissimo tasso di mortalità a bordo può essere sicuramente messo in relazione con la maggiore disponibilità economica e l’accorta gestione finanziaria di Edgar.

Edgar ha anche l’abilità di muoversi secondo le rotte migliori, come gli aveva insegnato il suo mentore Cook. Un altro grande esempio che gli ha lasciato Cook, seguace delle teorie (validissime) di James Lind sulla necessità di integrare la dieta a bordo con grandi quantità di cibi vegetali per evitare lo scorbuto, gli permette di mantenere equipaggio e passeggeri in ottime condizioni fisiche durante il viaggio. Le ragazze, quando arrivano a Botany Bay, stanno molto meglio di quando erano partite.

Sbarcate a Botany Bay nel giugno del 1790, le ragazze devono adattarsi a una vita che a noi può sembrare durissima ma per molti aspetti è migliore di quella che hanno lasciato in patria. Le più attraenti finiscono facilmente sposate da alcuni ex deportati rimasti in Australia che hanno fatto fortuna coltivando un po’ delle vastissime terre a disposizione.