IO ORGASMO, TU ORGASMI, EGLI/ELLA ORGASMA.

IO ORGASMO, TU ORGASMI, EGLI/ELLA ORGASMA.

DIFFERENZA TRA ORGASMO MASCHILE E FEMMINILE

Viviamo tempi confusi, un’epoca in cui, in ossequio a un fastidioso e ipocrita sentimento “politicamente corretto”, si stanno cancellando quelle che sono le prerogative e le differenze tra gli individui, le nazioni, le culture e, non ultimo, i generi sessuali.

Così come non si può più dire “nano” per indicare una persona affetta da nanismo acondroplasico, a maggior ragione diventa offensivo categorizzare una donna come femmina e un uomo come maschio.

Ogni struttura semantica che definisce chiaramente qualcosa, che sia un oggetto, una persona, un popolo, una certa cultura, un genere sessuale, ha ormai assunto contorni talmente sfumati che è divenuto impossibile definirli con chiarezza. Ma quando una definizione non è più chiara, anche la comunicazione diventa confusa.

Se posso, seppur a fatica, sorvolare sull’idiozia insita in ogni “politically correct” che ritiene offensivo ciò che da secoli definisce chiaramente ogni cosa (un nano è un nano, un nero è un nero, un bianco è un bianco, etc. etc.), non posso assolutamente accettare che siano annullate le differenze tra i generi sessuali (trovo insopportabilmente stupido vedere scritto, per esempio, student*).

Vi svelo un segreto: tra la femmina e il maschio ci sono tantissime differenze e nessuna filosofia “buonista” potrà mai annullarle, perché sono state create dall’evoluzione biologica in migliaia di anni, attraverso una strutturazione chiara e differente degli organi riproduttivi.

Ora, non voglio spingermi oltre nell’analisi dei motivi per i quali il tentativo di sfumare le differenze tra genere femminile e genere maschile sia non solo stupido, ma addirittura dannoso (richiederebbe un articolo a parte e questo blog non sarebbe la sede adatta), ma voglio invece parlarvi di una delle molteplici differenze che esistono tra femmina e maschio umani: la modalità dell’orgasmo.

Il termine orgasmo deriva dal greco “orgao”, che significa “essere pieno di ardore” ed è la massima espressione psicofisica del piacere erotico-sessuale. È un vero e proprio “terremoto” dei sensi, che si scatena all’improvviso e dura alcuni secondi. L’orgasmo rappresenta solo la parte finale del cosiddetto “ciclo di risposta sessuale”, ossia l’insieme dei fenomeni fisici e psichici che avvengono nel corpo umano in seguito ad uno stimolo erotico.

Il ciclo di risposta sessuale è composto da quattro fasi differenti, che possono essere identificate in questo modo:

  • L’eccitamento. È preceduto dalla fase del desiderio, nella quale l’uomo e la donna attivano la parte cognitiva rispetto alla sessualità attraverso l’immaginazione. Nella fase dell’eccitamento si attiva la parte più corporea e legata alla risposta fisiologica della sessualità (l’erezione nell’uomo e la lubrificazione nella donna), a seguito di stimoli sia fisici (carezze, stimolazione genitale) sia sensoriali (odore della pelle, ad esempio).
  • Il plateau. È costituito dal perdurare dell’eccitazione fisica e rappresenta “l’anticamera” dell’orgasmo.
  • L’orgasmo. Si manifesta con un acme di piacere la cui intensità è condizionata sia dall’efficacia degli stimoli precedenti, sia dalle motivazioni e dalla disponibilità psicologica del soggetto.
  • La risoluzione. È la fase finale di rilassamento della tensione sessuale, con un ritorno alla normalità e a una condizione di calma.

Le quattro fasi che ho appena descritto sono comuni a entrambi i sessi, ma sono invece differenti le modalità con cui si manifestano nell’uomo e nella donna, soprattutto nei tempi delle fasi principali della risposta sessuale.

Infatti, mentre gli uomini basano la loro eccitazione su componenti tattili, visivi, e più propriamente fisici, un ingrediente fondamentale perché la donna possa provare piacere è il coinvolgimento mentale.

Gli uomini tendono ad eccitarsi molto prima delle donne. E la fase di plateau, compresa tra l’eccitamento e l’orgasmo, è abbastanza lunga. Nelle donne è, invece, necessario un periodo di tempo molto più lungo ed una stimolazione maggiore per arrivare all’eccitazione completa. Mentre la fase di plateau risulta molto più breve di quella maschile.

Esistono comunque fenomeni comuni ad entrambi i sessi, come, ad esempio, le contrazioni dei muscoli pelvici, dell’ano e degli stessi organi sessuali.

L’orgasmo femminile dura di più, circa 20 secondi. Mentre quello maschile dura dai 3 ai 10 secondi.

Orgasmo maschile


Nell’uomo le manifestazioni dell’orgasmo sono più “evidenti”, considerando che l’orgasmo coincide con l’eiaculazione. Tali manifestazioni vivono del ruolo fondamentale dei due sistemi nervosi: simpatico e parasimpatico. Nello specifico, il  raggiungimento del piacere sessuale è legato a un ciclo davvero basilare che attraversa le informazioni sensoriali ricevute dal pene e poi analizzate dal sistema nervoso. Così, per un po' di volte, fino all'eiaculazione. L'orgasmo maschile, nella sostanza, è una questione fortemente nervosa.

Orgasmo femminile


L'orgasmo femminile coinvolge, invece, più sensi e più apparati, si raggiunge in diversi modi ma è meno "facile" da scoprire. Gli scienziati di diverse parti del globo sostengono che la questione possa essere prettamente anatomica, vale a dire che il raggiungimento dell’orgasmo è strettamente connesso alla posizione sessuale che più influenza la stimolazione clitoridea. Lo studio delle posizioni sessuali ha permesso di capire che più il clitoride si avvicina alla parete vaginale, più è possibile il raggiungimento dell'orgasmo.
Questo se si tratta dell'aspetto puramente biologico e fisiologico, ma se invece analizzassimo la componente erotica precedente, quella dell'eccitamento, scopriamo che il piacere femminile vive di canali più ampi rispetto a quello maschile. Si tratta di terminazioni sensoriali che irradiano di piacere nel basso ventre, e attorno all'ano, e anche nella coscia alta. Proprio grazie allo sfregamento delle grandi labbra si avvertono scariche di piacere stimolare la pelle e i muscoli, mentre la sensazione del pene che si muove e si contrae dentro la vagina stimola le pareti vaginali (stimolo anatomico).
Inoltre, mentre l’orgasmo maschile, culminando con l’eiaculazione, è miseramente ridotto ad un solo tipo, la donna può raggiungere quattro tipi diversi di orgasmo:
orgasmo clitorideo, facilmente raggiungibile attraverso la stimolazione orale oppure manuale;
orgasmo del punto G, uno dei tipi di orgasmo più difficili da raggiungere, che si ottiene stimolando la parete anteriore, uno/due centimetri all’interno della vagina;
fusione di orgasmi, uno degli orgasmi femminili più intensi, che consiste nel raggiungimento di un orgasmo clitorideo e un orgasmo del punto G nello stesso momento;
orgasmo multiplo, un orgasmo che racchiude in sé una serie di orgasmi che non hanno pause tra l’uno e l’altro. Generalmente, in questi casi, gli orgasmi provengono dal clitoride, ma esercitare anche una certa pressione sul punto G può essere di grande aiuto.
Esiste un’altra sostanziale differenza tra l’orgasmo maschile e quello femminile. Mentre, infatti, il primo è funzionale alla riproduzione, quello femminile non lo è. O, almeno, non direttamente.

Su quello maschile c’è poco da dire: se l’uomo non eiacula non si riproduce. Mentre invece la donna può riprodursi anche se non ha un orgasmo. Allora, qual è la funzione dell’orgasmo femminile?

Sono state proposte diverse teorie per spiegare le origini evolutive dell’orgasmo femminile: tra queste, il modello omologo ovulatorio (ovulatory homolog model), secondo cui i meccanismi sottostanti l’orgasmo femminile si sono evoluti originariamente per stimolare il rilascio degli oociti durante la copula. Ora, uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences ha testato quest’ipotesi, dimostrando che la somministrazione di un farmaco noto per l’effetto di ridurre l’orgasmo nella nostra specie comporta una ridotta ovulazione nei conigli.

Insomma, tra uomo e donna esistono differenze talmente grandi che nessuna politica, né tantomeno alcuno slogan potranno assolutamente cancellare. Perché è la natura che ha deciso.

E la natura, alla fine, vince sempre.