NON FARTI FOTTERE di Lilly Gruber

Confesso di aver preso in mano questo libro, così come saltuariamente prendo in mano la mia “appendice”, attratto da motivi bestiali: il colore rosso della copertina, la parola “fottiti” e soprattutto l’evidente contrasto tra nome e cognome della sua celebre autrice, quella Lilli Gruber che, così come si diceva per l’Angelo Azzurro Marlene Dietrich, ha un nome che comincia con un pompino e finisce con un colpo di frusta!
(Sarà che la citazione è corretta? Ahi, memoria mia che non più mi assisti, come solevi fare un tempo…)
Di seguito va da sé, che una volta ritrovatomi con l’oggetto del titolo e l’appendice del mio corpo tra le mani, sono andato sia di mano che di lettura.
Confesso che l’idea di continuare a scrivere del porno (argomento che ossessione me e tanti come me e pure diversi) mi piace, anche se sono refrattario a passarvi come oro colato certe riflessioni pedanti. Per togliermi dall’impiccio di dover produrre una recensione a tinte contrastanti in cui passo dall’elogio di alcune frasi agli sbadigli provocati da considerazioni degne di un temino da seconda media, scriverei di getto “interessante” ma so che è una di quelle parole che mi sono state proibite e allora vi propongo una presentazione presa in prestito.
“Per generazioni di ragazzi, il porno è ormai la principale forma di educazione sessuale. Fin da bambini può capitare inatteso sui loro device con un pop-up e ben presto comincia-no a cercarlo e a nutrirsene, scambiando per realtà quella che è solo fiction, a volte estrema. Per gli adulti è una forma di intrattenimento come un'altra, magari usata per dare un po' di pepe alla vita di coppia. Risultato: la macchina del porno macina miliardi, grazie a siti che sono tra i più visitati al mondo. Ma si tratta davvero di un mercato qualunque? Questo libro ricco di dati, notizie e interviste ai protagonisti spiega perché no, non lo è. Racconta chi sono davvero i discreti padroni degli aggregatori pornografici. Indaga i percorsi professionali, i meccanismi economici, le implicazioni sociali di un fenomeno cresciuto fino a raggiungere dimensioni colossali. Denuncia le storie di sfruttamento e violenza. Fa chiarezza sui temi più problematici, come l'uso e l'abuso dell'intelligenza artificiale e la compravendita dei nostri dati personali.
Senza falsi pudori né pregiudizi, Lilli Gruber mostra in queste pagine come sia il porno a usare noi, e non viceversa. Per invertire la rotta occorre aprire un dibattito, spezzare il silenzio delle istituzioni e chiedere innanzitutto un'educazione sentimentale e sessuale per i nostri figli e misure per la trasparenza delle pratiche economiche del settore. E impegnarci per recuperare i beni preziosi che la peggiore pornografia online ci ha rubato: l'erotismo, il desiderio e la creatività.”
Leggiamoci la recensione di Aldo Cazzullo (dal 10 gennaio 2017 titolare della rubrica delle lettere del Corriere della Sera.
Eccola, testuale da iodonna.it pubblicata il 27 aprile 2024:
“Non farti fottere” di Lilli Gruber: la recensione di Aldo Cazzullo
Stiamo delegando l'educazione sessuale dei nostri giovani alla pornografia. Che è molto più spinta, violenta, estrema di quella di mezzo secolo fa. Ed è anche molto più facilmente fruibile
Quando eravamo ragazzi c’erano i giornaletti, e in ogni gruppo c’era quello incaricato di reperirli (l’incaricato nel nostro gruppo ora fa il ginecologo; sarà sicuramente un caso). Poi sono arrivate le videocassette. Quindi i dvd. Ora basta un click in rete. Età media di accesso: dodici anni. L’età delle prime pulsioni, non a caso.
› «Non farti fottere», il brutto del porno online: Lilli Gruber presenta il nuovo libro
Stiamo delegando l’educazione sessuale dei nostri giovani alla pornografia. Che è molto più spinta, violenta, estrema di quella di mezzo secolo fa. Ed è anche molto più facilmente fruibile.
Le conseguenze sono evidenti. Perché la vita, per fortuna, non è un set pornografico. Molti però tendono a riprodurlo. Dando per scontato che le donne, quelle vere, siano le stesse che vedono in rete: disposte a subire violenza, a farsi umiliare, ad affrontare da sole cinque o dieci uomini.
Alcune delle violenze di cui sono piene le cronache dei giornali nascono da qui. Poi certo sono casi limite, per quanto gravi. Ma il sesso sta perdendo la sua componente non dico sentimentale o spirituale, ma financo emotiva. Sta diventando tra i giovani una via di mezzo tra l’attività fisica e l’imposizione della propria personalità, il soddisfacimento del proprio narcisismo.
Certo non tutti si riconoscono in questo schema. Tanti però restano così tagliati fuori dalle relazioni sessuali. Magari ricorrono anche loro alla pornografia, e lì si fermano. La vita virtuale sostituisce la vita reale, ancora una volta, pure nel settore più delicato, misterioso, prezioso della vita stessa.
Per tutte queste ragioni è utile, ai ragazzi e ai loro genitori e nonni, leggere il nuovo libro di Lilli Gruber, Non farti fottere, appena pubblicato da Rizzoli. E complimenti all’autrice per il coraggio di affrontare un tabù. E di andare contro i padroni della rete, che non arretrano di fronte a nulla pur di accumulare denaro e potere sulle nostre anime.
E cliccando questo link è possibile leggere le prime pagine del libro