MICHEL HOUELLEBECQ E KIRAC: CRONACA DI UN COITUS INTERRUPTUS
Houellebecq, uno che ha affermato : «separare amore e sesso è stupido», che l'uomo «è solo un cazzo sempre in fregola, un essere sottomesso» e che «l'attitudine al sesso è più importante della bellezza».
Lo ammetto, ho scelto questo titolo per solleticare la vostra curiosità, perché, insomma, il coitus (dal latino “accoppiamento”) genera, per dirla con le parole di Dino Buzzati (Un amore, Oscar Mondadori, 1963), “… pensieri sconci e squisiti, per la misteriosa voce che chiama alla propagazione della specie, trasumanata in vizi strani e brucianti…”. Per dirlo in altre parole, il coitus è l’atto finale nel quale i desideri, le fantasie, le attese, le tensioni e gli ardori trovano il loro naturale compimento, in uno spruzzante e sprizzante finale.
Perdonate il prolisso e plateale incipit, ma l’argomento trattato in questo articolo merita un cappello di tessuto pregiato (sempre ammesso che io sia capace di tesserlo, naturalmente).
La storia è intrigante (spero che il mio editore non se ne abbia a male se utilizzo questo termine così simile a “interessante”) e coinvolge il controverso regista, musicista e, soprattutto, scrittore francese Michel Houellebecq e il collettivo di registi olandesi Kirac.
Prima di entrare nel vivo della narrazione del fatto di cui stanno parlando praticamente tutti i media del mondo, penso sia importante qualche nota biografica di Michel Houellebecq e una breve descrizione del collettivo Kirac. Non allarmatevi, solo poche righe, necessarie per comprendere il carattere dei protagonisti di questa vicenda, bizzarra e squallida come la maggior parte delle umane vicende. Notizie più approfondite potete trovarle cliccando sui link che seguono: https://www.treccani.it/enciclopedia/michel-houellebecq/; https://www.gqitalia.it/news/2015/01/16/michel-houellebecq-ritratto-scrittore.
Michel Houellebecq (il cui vero nome è Michel Thomas, lo pseudonimo Houellebecq è in realtà il vero cognome della amata nonna Henriette Stephanie Houellebecq che lo ha cresciuto), nato in Francia nel 1958 e vissuto per lunghi periodi in Spagna e in Irlanda, è approdato alla fama e al successo nel 1998, con la pubblicazione del romanzo “Le particelle elementari”. Prima di allora aveva prodotto alcune opere minori che non avevano raggiunto platee così vaste da regalargli fama e ricchezza - a detta della sua odiata e odiante madre le uniche cose per le quali Michel farebbe qualsiasi cosa.
A “le Particelle elementari” sono seguiti “Lanzarote”, l’imperdibile “Piattaforma”, “La possibilità di un’isola” e “La carta e il territorio”, opere nelle quali Michel Holleuebecq, con il suo spirito polemico e provocatorio, ha disegnato un paesaggio letterario cinico e sconsolato, dominato dalla povertà affettiva e sessuale della società contemporanea. In “Sottomissione” (Bompiani Editore) ha addirittura immaginato la Francia governata da un regime islamico.
Kirac è l'acronimo di Keeping It Real Art Critics ed è un collettivo olandese fondato nel 2016 da Stefan Ruitenbeek, Kate Sinha e Tarik Sadouma con l'obiettivo di "ricercare l'amore, in forma di verità", o almeno così scrivono sul loro sito. Hanno cominciato a produrre diversi video in ‘episodi' che oscillano tra reportage, fiction e pamphlet. Gli ingredienti sono creatività, leggerezza, arte, filosofia ma anche serietà all'interno di racconti introspettivi e seri insiti di ironia, satira e provocazione. Una sfida, quella del collettivo, che non ha avuto limiti e si è spesso scontrata con i pareri discordanti degli spettatori.
Ok, ma dov’è il coitus che hai promesso, direte voi. Arriva, arriva, ma senza impazienza, chè più lunga è l’attesa, più intenso è il piacere.
Tutta la vicenda che ha come protagonisti Michel Holleuebecq e il collettivo di registi olandesi Kirac nasce dall’insofferenza di Michel per il Natale e dal suo scarso istinto paterno, motivo per cui, essendo prossimi sia il Natale che l’arrivo del secondo figlio, Holleuebecq chiede alla moglie (scelta, a suo dire, perché conosce la devozione) di organizzargli un “Puttan Tour” in Marocco. Cosa che la devota consorte esegue amorevolmente, dedicando oltre un mese alla organizzazione e al reperimento delle prostitute che avrebbero dovuto intrattenere il consorte durante tutta la vacanza. Il viaggio deve però essere annullato per motivi di sicurezza, dal momento che Holleuebecq aveva precedentemente definito l’islamismo come “la religione più stronza”, affermazione alla quale, come è lecito attendersi, seguono numerose minacce. Insomma, non il migliore biglietto da visita per fare del turismo sessuale in un paese islamico.
A questo punto viene contattato da uno dei registi del collettivo Kirac, Ruitenbeek, che gli propone di recarsi ad Amsterdam, dove molte ragazze sono, a detta dello stesso regista, disposte a offrirglisi sessualmente. In cambio Michel Holleuebecq deve acconsentire ad essere filmato durante un incontro con una giovane donna di 20 anni e a mettere il film online. Michel Holleuebecq (come ti sbagli?) accetta. Viene tutto organizzato, filmato e montato (il montatore montato, perdonate la battuta) e viene anche realizzato un trailer, nel quale una voce narrante spiega come è nata l’idea di realizzare questo video.
Tutto è pronto, viene fissata la data di pubblicazione online (doveva essere l’11 marzo scorso, lo so, sono leggermente in ritardo), ma Michel Holleuebecq ci ripensa. Non vuole che il video venga pubblicato. Perché? Rigurgiti di coscienza? Timore che lo scandalo possa rivelarsi un boomerang sulla sua acclarata fama di scrittore controverso e provocatorio? Una scarsa dotazione fallica? Oppure semplice rispetto per sé stesso e, soprattutto, per la sua devota consorte Lisys?
Qualunque sia il motivo, la data di uscita del video viene ufficialmente posticipata. In un mondo ormai ridotto dalle incredibili attuali possibilità comunicative ad un paese di poche pettegole anime, è però possibile essere informati della possibile data di uscita dell’Episodio 27 del collettivo Kirac, semplicemente iscrivendosi alla mailing list: https://www.keepingitrealartcritics.com/wordpress/subscribe/.
Naturalmente la storia fa il giro del mondo, tutti i giornali ne parlano, fioriscono articoli in ogni parte del globo, alcuni con tono cronachistico, altri malevolmente critici. Io non sono né un cronachista (si dirà così?), né tantomeno un critico, per cui mi limiterò a riportare due articoli scritti da Davide Turrini per Il Fatto Quotidiano e Mariarosa Mancuso, per Il Foglio.
Michel Houellebecq ci ripensa: “Quel video porno non deve essere diffuso”. E annuncia di aver intrapreso le vie legali
Il celebre scrittore francese, assieme alla moglie, ha intrapreso “tutte le possibili azioni amichevoli e contenziose, sia civili che penali” per fermare la pubblicazione online del cortometraggio del collettivo Kirac 27 prevista in diretta mondiale l’11 marzo prossimo
di Davide Turrini | 9 FEBBRAIO 2023
Quel video porno non deve essere diffuso. Michel Houellebecq ci ha ripensato ed è ricorso agli avvocati. Il celebre scrittore francese, assieme alla moglie, ha intrapreso “tutte le possibili azioni amichevoli e contenziose, sia civili che penali” per fermare la pubblicazione online del cortometraggio del collettivo Kirac 27 prevista in diretta mondiale l’11 marzo prossimo. Il trailer del corto era stato diffuso a fine gennaio generando una curiosità spasmodica in mezza Europa. Anche perché verso il finale si vedeva Houellebecq nudo a letto mentre bacia in bocca ed è avvinghiato ad una bionda e giovane ragazza. Sempre nei pochi istanti mostrati come “antipasto” è la voce fuori campo del regista Stefan Ruitenbeek a raccontare una sorta di sinossi di quello che si vedrà l’11 marzo. In pratica, Ruitenbeek spiega che Houellebecq era stato costretto ad annullare un viaggio in Marocco per via di minacce di morte da parte di estremisti islamici, nonostante la moglie “avesse già reclutato molte prostitute per lui”. A quel punto sarebbe scattato l’invito di Ruitenbeek ad Amsterdam: “Conosco molte ragazze disposte ad andare a letto con il celebre scrittore”.
Così il fondatore del Kirac 27 si offre di pagare la camera d’albergo a condizione che Houllebecq lasci “filmare tutto”. Seguendo il trailer sembra che la storia fili e che in fondo appartenga anche a questa specie di coté pruriginoso della poetica dell’autore de Le particelle elementari. Solo che dopo 15 giorni ecco il colpo di scena. Gli avvocati Angélique Bérès e Maïa Kantor depositano denuncia dove scrivono che Houellebecq e sua moglie “hanno scoperto con sgomento e disgusto” che il trailer di Kirac 27 contiene “affermazioni che li coinvolgono, gravi e false, minando violentemente la loro dignità”. A questo punto Kirac 27 deve fermare immediatamente questa reiterata diffamazione rimuovendo il trailer e cancellando ovviamente qualsiasi ipotesi di anteprima dell’11 marzo “vietando al regista e al collettivo lo sfruttamento commerciale o non commerciale, in qualsiasi forma, del film (…) e delle altre immagini che possono avere degli Houellebecq”.
Come segnala il Corriere, Houellebecq ha inviato una lettera personale a Ruitenbeek dove lamenta “la deflagrazione di violenza nel trailer che danneggia irrimediabilmente la sua vita privata, il suo onore ma soprattutto, cosa ancora più grave, sua moglie, devastata dalle menzogne”. A questo punto potrebbe trattarsi di una vera e propria trappola tesa dal collettivo Kirac all’autore francese, anche se nel trailer si raccontava che tutto sarebbe nato dopo una lunga amicizia tra Ruitenbeek e l’autore di Annientamento. Sempre sul Corriere viene però rievocata una sorta di trappola tesa da Kirac 27 ad un intellettuale di estrema destra Sid Lukkassen, autore di saggi misogini. Era stata una ragazza del collettivo ad accalappiarlo in un appartamento dove i due avevano iniziato a spogliarsi e ad amoreggiare anche se poi l’uomo si era fermato capendo che gli era stato giocato un brutto scherzo e che quindi non concedeva alcuna liberatoria per mostrare le immagini. Video che però il collettivo ha comunque mostrato in pubblico non senza polemiche a livello nazionale.
Houellebecq ha deciso di non provocare più: niente porno a Casablanca
MARIAROSA MANCUSO 17 FEB 2023 IL FOGLIO
Era già tutto pronto, ma del progetto erotico dello scrittore e di sua moglie non se ne farà nulla. I critici erano già pronti aspettando lo scandalo, ma per fare carriera ci vogliono i requisiti, e l'intellettuale francese non ha quelli richiesti
Partono con le provocazioni, poi si rendono conto che tengono famiglia e fanno retromarcia, cancellano, spariscono, sguinzagliano gli avvocati. Personaggi dei cartoon che cambiano nel vuoto, finché si accorgono del vuoto sotto di loro e cascano. Scavando a terra la loro sagoma, in posa scomposta.
Non, non è Sanremo. È il grande pensatore francese Michel Houellebecq, per quanto ci riguarda una delle più clamorose monete false intellettuali di questo e dello scorso secolo (“Le particelle elementari” ha la data del 1998, in Italia l’anno dopo). Aderì al culto raeliano, fotografato con la tunica bianca: gli extraterrestri avrebbero creato la vita sulla terra con l’ingegneria genetica. Si spacciò per profeta con “Sottomissione”: nel 2015 immaginava che nel 2022 i musulmani avrebbero dominato la Francia.
Siccome non c’è intellettuale francese che riesca a tenere il sesso lontano dalla filosofia – Jean-Paul Sartre e la complice Simone De Beauvoir, Michel Foucault che preferiva le saune – Michel Houellebecq stava per farsi una rilassante vacanza in Marocco. La consorte Lysis gli aveva già organizzato un “puttan tour” (suvvia, le magliette con la scritta le avrete pur viste). Era atteso a Casablanca, prima che lo avvertissero “guarda che può finire male, ricordati di Salman Rushdie”.
Stefan Ruitenbeek, artista libertario olandese (quindi ancor più libertario del francese) fa sapere a Lysis, dispiaciuta per il viaggio annullato: “Conosco un sacco di ragazze che a letto con Houellebecq andrebbero gratis, a condizione di essere riprese da una telecamera”. Affare fatto, c’era perfino una fissata per l’uscita del porno, annunciato da un trailer piuttosto deludente. La fede al dito di Houellebecq e la sottoveste della partner sono di una tristezza infinita.
Fosse solo questo. Non esiste una barriera d’entrata nel porno? Non bisogna essere sexy? O almeno guardabili? All’esibizionismo degli scrittori è concessa ogni cosa? Body shaming, dite? Chiamatelo come volete, ma da un ingegnere pretendiamo la conoscenza dei calcoli statici. A nessuno viene in mente di chiamarlo “mind-shaming”.
Per certi mestieri servono i requisiti. Ci mancava il porno con l’arruffato Houellebecq e le caramelline di nicotina che hanno sostituito l’eterna sigaretta attaccata al labbro (chissà l’umore, da noi sperimentato in un tentativo di intervista dove a impedire la conversazione era una protesi troppo ballerina). Il porno è mestiere serio. Mica è la letteratura, che più brutta è più trova critici disposti a genuflettersi.
Per dire: avete letto l’ultimo Houellebecq, “Annientare”? Percorrendo pagine e pagine di noia soffocante, con personaggi interessanti come un pacchetto di ovatta. Fino alla grave malattia, che sempre e comunque commuove – lettori colti e lettori popolari, chi legge per darsi un tono, e lettori masochisti che se non si annoiano non godono. E ora avremo il primo porno-film deprimente, protagonista – se vogliamo dire le cose con realismo – un ex nerd che diventato famoso si prende la grande rivincita: “Le ragazze non se lo filavano, ora fa l’attore porno”.
I critici erano già in posizione di tiro, sperando che qualcuno si scandalizzasse. Così poter ricordare al mondo che Houellebecq nudo è arte (poverini, ormai gli scandali stanno svernando tutti a Sanremo). E invece non se farà niente. È scattato il contrordine, si sono mossi gli avvocati. “Houellebecq nudo è la mia performance artistica. Ne faccio quel che voglio”, smania l’olandese. Nella querelle pare sia stata offesa, di striscio, anche la virtù della signora Houellebecq. Scelta – dichiara il consorte a Libération – perché conosce la devozione.
Insomma, la vicenda interessa davvero tutti, gli uomini che si confrontano con lo scrittore, quelli che lo invidiano per il suo successo, coloro che lo criticano, quelli che lo ritengono un antipatico provocatore presuntuoso, le donne che si sentono offese e quelle che si sentono attratte, i media che ringraziano per il vertiginoso aumento delle tirature, i giornalisti che ricevono maggiore visibilità solo nominandolo, gli avvocati e i registi, i preti e i politici, musulmani e cristiani… un universo intero orbita intorno a Michel Holleuebecq e ai suoi pruriti senili, alla sua vanità e ai suoi pentimenti. E dietro tutto questo, come propulsore che tutto muove, il sesso.
Non vogliamo ergerci a giudici, non siamo qui per questo e non per questo scriviamo. Come tutti, siamo solo spinti da curiosità, vorremmo capire le ragioni di questa operazione, chi ne trae vantaggio e chi dolo, perché avviarla con tanto di fanfare per poi compiere una spericolata inversione per tentare di tacitarla, quanti metaforici cadaveri resteranno sull’asfalto scottante di questa strana vicenda…
Difficile dirlo, possiamo solo restare in ascolto e vedere ciò che sarà. Certo è che non sarà presto dimenticata, e solleticherà i nostri pensieri per molto tempo. Il signor Michel Holleuebecq non è figura che passa inosservata, i suoi modi sferzanti, i suoi abiti, le sue provocazioni lo pongono al centro di un’attenzione mediatica che probabilmente, pur facendo mostra di scansare, anela sopra ogni cosa.
Aspettiamoci nuove sorprendenti mosse da Holleuebecq, niente può essere normale per uno come lui, uno che ha affermato alla presentazione di un suo libro: «separare amore e sesso è stupido», che l'uomo «è solo un cazzo sempre in fregola, un essere sottomesso» e che «l'attitudine al sesso è più importante della bellezza».