Con la bava alla bocca!

Con la bava alla bocca!

Probabilmente vi chiederete perché parlare della saliva, cosa ha a che fare con la natura del blog che mi ospita… beh, in realtà direi che è uno dei temi più attinenti, e lo saprete (ma sono sicuro che già lo sapete) leggendo l’articolo Desiderio e disgusto di Maïa Mazaurette, pubblicato il 20 settembre 2023.
Prima però di lasciarvi alla brillante scrittura della poliedrica blogger parigina, volevo tediarvi con la descrizione scientifica della saliva. Questo per due motivi, principalmente. Il primo è una sorta di obbligo morale di riconoscenza verso i miei studi, che non posso, in tutta coscienza, non onorare. Il secondo motivo è invece quello di mettere alla prova la vostra curiosità, la vostra tenacia e la vostra perseveranza, perché per arrivare a Desiderio e disgusto dovrete almeno scorrere lungo le righe della mia introduzione. Ho scritto scorrere volutamente, nella speranza (suppongo ben riposta) che non diventi un correre.
La saliva, si diceva.
La saliva è un liquido secreto dalle ghiandole salivari e, come tutte le secrezioni organiche, è composta principalmente (per il 99%) da acqua, mentre il restante 1% è costituito da sostanze inorganiche e organiche. Le prime sono bicarbonati di sodio, potassio e calcio e cloruri, mentre le seconde sono soprattutto enzimi e immunoglobuline (ossia, anticorpi).
Grazie alla sua particolare composizione chimica, la saliva espleta numerose utili funzioni. Espongo le tre più importanti.
La prima è quella digestiva (i nostri antenati dicevano prima digestio in ore, ossia la prima digestione inizia nella bocca). La saliva compie la sua azione digestiva attraverso l’azione meccanica della masticazione coadiuvata dalla presenza di sostanze chimiche, come gli enzimi lipasi e amilasi. Quest’ultimo riesce a distruggere i legami interni dell’amido (un polisaccaride contenuto nella pasta, nel pane, nelle patate, nelle castagne e altri alimenti vegetali), riducendolo in zuccheri meno complessi e più facilmente attaccabili dall’apparato digerente.
Un’altra importante funzione della saliva è quella lubrificante (e qua sento che si drizzano le antenne, e non solo, di molti di voi). Tale funzione è resa possibile dalla mucina, una proteina che, mescolandosi con l’acqua presente nella saliva, forma una sostanza vischiosa. In queste mie righe parlo dell’importanza della saliva come lubrificante del cavo orale, nell’articolo che segue l’utilizzo della saliva come lubrificante ha un’altra, molto più eccitante, funzione.
Infine, la saliva ha anche una funzione protettiva nei confronti di microorganismi introdotti accidentalmente con il cibo e non solo, grazie all’azione di un agente antibatterico chiamato lisozima, azione coadiuvata dalla presenza di alcune immunoglobuline, ossia, anticorpi.
Bene, termina qui la mia breve lezione. Ho cercato di essere più che conciso, nella speranza di non annoiarvi più del dovuto. Ora vi lascio alla lettura dell’articolo della Mazaurette, che, certamente, troverete molto più “stimolante” della mia esposizione.

Desiderio e disgusto

di Maïa Mazaurette (20 settembre 2023)

Caratteristiche

La saliva, un liquido chiaro prodotto dalle ghiandole salivari, serve a masticare, deglutire, parlare, proteggerci da un buon numero di batteri e… per pratiche sessuali diverse dalla sacrosanta penetrazione vaginale. In Francia, secondo una ricerca dell’Ifop, nove persone su dieci dichiarano di aver già succhiato o leccato il sesso del partner.

Numeri

In Sang, sueur, salive (Dunod 2021), l’autore norvegese Åsmund Eikenes scrive che “ogni giorno le ghiandole salivari producono fino a 1,5 litri di saliva, ovvero più di un cartone di latte”. Questo cartone di latte si presenta in due forme: saliva a riposo, che è viscosa, e saliva stimolata. Per buongustai: trasformando i solidi in liquidi, la saliva ci permette di gustare il cibo, e perfino di sentire prima il piacere, il che spiega la celebre “acquolina” davanti a dei profiteroles. Naturalmente, è possibile salivare anche in senso metaforico: all’idea di un appuntamento erotico, per esempio.

Tanti baci

Il bacio con la lingua intriga gli adolescenti, ma anche chi studia la trasmissione dei batteri. Nel 2012, un gruppo di ricercatori olandesi guidati dal professore di microbiologia Remco Kort prelevò campioni di saliva da ventuno coppie prima e dopo un bacio di circa dieci secondi. Verdetto: se una coppia si baciasse con quel trasporto più di nove volte al giorno condividerebbe una tale quantità di batteri da segnare la lingua dell’altro per tutta la vita. La seconda scoperta, un po’ più rassicurante, è che la saliva che finisce nello stomaco dopo quel tipo di bacio impedisce ad altri batteri di insediarsi nel cavo orale e sulla lingua degli amanti.

Simbologia

Mi scuso con chi di voi sta facendo colazione, ma la saliva rimanda inevitabilmente all’infernale trio composto da bava, sputo e saliva. I primi due sono (in genere) involontari. Parlando di bava, ovviamente, il pensiero va all’infanzia e ai neonati. Ma si continua a sbavare anche da adulti: nel sonno, nella sgocciolante beatitudine del sonno (attenzione all’alito mattutino!). Le goccioline di saliva, invece, rimandano al mondo della sporcizia… e delle malattie, come il covid-19 ci ha ricordato. Lo sputo ha una connotazione ben più negativa. In un articolo del 2022 intitolato “Psychanalyse du postillon” (Psicanalisi dello sputo), lo psicanalista e sessuologo Guy Lesœurs scriveva che “lo sputo è un proiettile più o meno carico di disprezzo e sostanza salivare, che è assemblato in bocca e compresso per essere espulso in modo più violento e cattivo”. È ovviamente una violenza incivile: sputare per strada offende le regole della convivenza, anche quando avrebbe una funzione liberatoria.
Di avviso un po’ diverso è lo psicologo e psicanalista Pascal Le Maléfan, che in un articolo del 2011 associa lo sputo degli adolescenti all’eiaculazione: “È molto probabile che l’atto di sputare abbia anche una connotazione sessuale, nella quale l’obiettivo è ovviamente quello di mostrare, a chiunque sia interessato, che il liquido sputato sul marciapiede sia simile a quello espulso dal pene”.

Pratiche

Nei film pornografici gli interpreti amano sputare sulla vulva o sull’ano del/la partner per lubrificarli. Perché no, direte voi: secondo uno studio tedesco, per seccarsi la saliva impiega un’ora e quaranta minuti. Ma sarebbe meglio evitare: la saliva può trasmettere malattie sessuali. E non è poi così comoda: per facilitare la penetrazione, nulla batte il lubrificante! In ogni caso, nel porno lo sputo non è concepito per fluidificare il rapporto sessuale. È più che altro un classico esempio di dominazione: esprimendo il suo disprezzo per la persona che sta per penetrare, il maschio – perché spesso di maschio si tratta – mostra chi comanda.


Idea-aperitivo

Alcune bevande tradizionali sono in parte prodotte con la saliva umana. È il caso, in particolare, del masato e della chicha, tipiche della foresta pluviale peruviana. In Giappone, una ricetta tradizionale per la preparazione del saké prevede di masticare il riso per poi sputarlo in forma di purea, aggiungendo infine acqua e alcune spezie. La saliva e il lievito contribuiscono a creare un alcolico assai particolare. Chi ha detto che la saliva non può essere inebriante?

Film

Volete ridere? Recuperate Il primo bacio (2009), esordio del fumettista Riad Sattouf. Nella scena in cui Hervé (un giovane Vincent Lacoste) scopre come si fa a “limonare”, le spiegazioni tecniche sono a dir poco bizzarre. Per una versione un po’ più hot, vi invito a rivisitare I segreti di Brokeback Mountain (2006), di Ang Lee, in cui Heath Ledger si sputa nella mano prima di oltraggiare la virtù di Jake Gyllenhaal.
(Traduzione di Matteo Colombo)

Maïa Mazaurette è lo pseudonimo di una scrittrice, editorialista, blogger e pittrice francese, nata a Parigi nel 1978. Nelle sue opere tratta principalmente temi legati alla sessualità, al genere, al ruolo delle minoranze e al corpo. In Italia è stato pubblicato il suo libro Il chiodo fisso (Mondadori). Ha una rubrica mensile sul quotidiano francese Le Monde.