HARLOTS la serie TV sui bordelli inglesi del 1700
Oggi vogliamo recensire per voi HARLOTS, una serie inglese targata Hulu in tre stagioni che tratta di un tema a noi tanto caro: il bordello.
Ambientata nell'Inghilterra georgiana di fine Settecento, Harlots è un family drama che racconta l'attività commerciale più importante e fiorente di Londra in quel periodo storico: il mercato della prostituzione.
Londra nel 1763 è in piena espansione e numerose donne si guadagnano da vivere vendendosi per sesso. I bordelli della città sono gestiti da astute e crudeli donne d'affari come Margaret Wells e Lydia Quigley. Le prostitute vengono recensite nella Harris's List of Covent Garden Ladies, che alcune donne leggono nel primo episodio. Ma c'è un nuovo tipo di moralità nell'aria mentre i crociati religiosi chiedono la chiusura dei bordelli ed i poliziotti sono felici di fare brutali incursioni.
Gli episodi ruotano intorno alla determinazione di Mrs Wells nel migliorare la sua vita e la sua fortuna spostando il suo bordello in Greek Street a Soho e servendo così una classe migliore della società georgiana. Per finanziare il lavoro vende all'asta la verginità di sua figlia più giovane, Lucy, come aveva già fatto con la figlia Charlotte quando aveva solo 12 anni.
La serie nasce da un'idea originale della regista e sceneggiatrice inglese Moira Buffini e dell'attrice Alison Newman, con la prima che si è occupata anche dello screenplay, ed è diretta da Coky Giedroyc e China Moo-Young. La fotografia è di Hubert Taczanowski, Simon Archer e Ollie Downey, le scenografie sono curate da Hannah Evans e Tom Bowyer, mentre i costumi sono opera di Edward K. Gibbon.
La serie è interamente realizzata attraverso "il punto di vista femminile", come ha spiegato Mary Owen, e "non ci sarà alcuno sguardo maschile". Fonte di ispirazione è stata la Harri's List of Covent Garden Ladies, una guida sulla prostituzione a Londra a fine Settecento scritta da Hallie Rubenhold.
Sito ufficiale
https://www.hulu.com/series/harlots-18edbd1f-3e9f-46a0-8dc4-02ff7b1eef63
Dove vederla? Oltre che su HULU, in streaming su:
Star+
Prime+
RTL PASSION
SVT Play
Prime+BritBox
Stan
TvNow
Britbox
CANAL+
Movistar
Starz
Magenta TV
6PALY
ICI TOU
TVYle Areena
Per ingolosirvi ho anche tradotto e sintetizzato per voi un articolo del Guardian e una recensione di Variety che, ne sono certo, vi faranno venir voglia di sbranarvi i 24 episodi delle 3 stagioni.
lun 8 lug 2019 14.27 BST
The Guardian
"Oscenamente divertente": perché Harlots è il miglior spettacolo che non stai guardando.
Harlots ha un cast enorme e magnifico, trame intricate e labirintiche e un linguaggio brillantemente osceno. Moderno. E allora perché, dopo tre stagioni scandalosamente ed emotivamente potenti non è ancora un fenomeno televisivo?
Ambientato nelle strade sporche e decadenti della Londra della metà del 1700, Harlots racconta la storia di cortigiane di ogni ceto sociale, e di bordelli rivali che lottano non per restare in cima, ma per rimanere in vita. Il bordello di Margaret Wells, donna semplice che cerca di conciliare, a fatica, la gestione della sua attività con la vita familiare, si scontra, nelle prime due stagioni, con quello di madame Lydia Quigley, spietata “maitresse” rivale. Guardare Lesley Manville e Samantha Morton sputarsi insulti l'una contro l'altra è stata una vera meraviglia, ma è stata una battaglia costruita su un terreno instabile. Nella lotta che contrappone le due donne il confine tra bene e male può sembrare chiaramente tracciato. Ma è davvero così? la signora Quigley manda le ragazze a morire per denaro e per fare breccia nell'aristocrazia di cui ha bisogno per sopravvivere, ma è così diversa da Margaret, che ha venduto la verginità delle sue stesse figlie ai migliori offerenti?
Come ci si aspetterebbe, Harlots è piena di sesso, anche se non tanto di nudità, perché la maggior parte dell'azione è del tipo pull-up-your-skirt (secondo i creatori, questo era un dettaglio pratico, radicato nella storia: faceva troppo freddo per liberarsi di tutti i vestiti). Parte del sesso è divertente. La maggior parte è semplicemente un mezzo per raggiungere un fine, un gioco di potere, su una vasta scala di potenziali ritorni. Molte delle donne trovano piacere alle loro condizioni, quando lo desiderano. È uno spettacolo creato da donne, e si vede. Lo sguardo femminile è l'unico sguardo.
Le donne hanno vittorie brevi ed elettrizzanti, non abbastanza però per trasformare la Londra del 18° secolo in un mondo da favola in cui le donne hanno il sopravvento. Rimangono di proprietà degli uomini e anche chi ha denaro sa che non è il suo.
Più di ogni altra cosa, però, Harlots è quasi oscenamente divertente. Il suo linguaggio, un mix di autentico slang del 18° secolo con un po' di abbellimento moderno, è osceno, creativo e brillante. Il trucco è audace, gli abiti stravaganti e l'edonismo palese. Amo un dramma lento e pretenzioso tanto quanto qualsiasi nerd televisivo, ma Harlots si diletta nel suo ritmo vertiginoso. In questo mondo, le persone muoiono giovani ed è difficile trovare sentimenti, quindi ha senso che si muova semplicemente attraverso l'azione a una velocità vertiginosa. Le persone stringono alleanze e le rompono. Si spostano da una casa malfamata all'altra, spesso stringendo amicizie più utili che autentiche. Gli schemi fioriscono e si sgretolano, l'inganno è diffuso e tutti hanno qualcosa da nascondere.
Harlots ritorna per la sua terza stagione con un dilemma. Ha concluso, con relativa pulizia, la situazione di stallo tra Quigley e Wells e ha reso le figlie di Maggie, Charlotte e Lucy, le nuove over-lady della scena del sesso in vendita di Londra. Ci sono stati così tanti colpi di scena nelle prime due stagioni che ogni possibile combinazione sembrava essere esaurita. Ma sulla base dei suoi primi tre episodi, la posta è stata alzata. E in un mondo di incendi dolosi, impiccagioni, incesto, pugilato a mani nude, molly house e culti omicidi, il fatto che Harlots riesca ancora a tenere i suoi spettatori sulle spine è una vera testimonianza della sua grandezza.
VARIETY TV Review: ‘Harlots’
Una nuova serie esplora le vite delle puttane, dei ragazzi stravaganti e delle chiacchere di Londra alla fine del 1700.
Il climax del primo episodio di "Harlots" - il climax narrativo, intendiamoci - è più tragico che sexy: la signora Margaret Wells (Samantha Morton), al fine di raccogliere fondi per il trasferimento del suo bordello a Greek Street a SoHo, dirige un'asta silenziosa per la verginità della figlia. La figlia in questione, in questo caso, sa almeno in cosa si sta cacciando: Lucy Wells (Eloise Smyth), cresciuta nella "pensione" di sua madre, ha una sorella maggiore (Charlotte) che è stata venduta all'asta allo stesso modo. Margaret, seduta con Lucy mentre si prepara per la sua grande serata, cerca di spiegarle che sta cercando di darle una vita migliore di quella che le ha dato sua madre, che l’ha venduta a 12 anni al prezzo di un paio di scarpe. La prostituzione non è dignitosa né esattamente legale, ma è un modo per sopravvivere. Ora Charlotte (Jessica Brown-Findlay), la figlia maggiore di Margaret, ha la sua bella casa dove un signore possessivo la tiene in abiti eleganti. È un passo avanti per una famiglia che una generazione fa è quasi morta di fame in una grondaia di Londra. Ma è anche precario, e non senza i suoi tributi emotivi. Quando Margaret accetta i soldi per la deflorazione di Lucy, aspetta che l'uomo se ne sia andato, e poi vomita in un angolo. Se il buongiorno si vede dal mattino…
Certamente c’erano parecchie potenziali insidie nel raccontare storie di prostituzione: “sessualizzare” i personaggi fino a renderli delle caricature; oppure, al contrario, rendere la storia di ogni prostituta una tragedia che finisce nella miseria più nera; trasformare il tutto in una parabola irrealistica del femminismo; tagliare le prospettive delle donne dalla storia. Ebbene, Harlots evita tutte queste insidie ambientando la vicenda in un’epoca lontana, la Londra del 18° secolo.
Aiuta, ovviamente, il fatto che in una pratica che a quel tempo era dominata dalle donne - e in molti casi era l'unico percorso di lavoro per una povera donna - Harlots sia prodotto interamente da donne. Questo potrebbe aiutare a spiegare come la serie sia in grado di creare un mondo sufficientemente dettagliato da rendere sensate le prospettive delle prostitute: se la verginità è apprezzata, perché non venderla? Se un pompino in un vicolo porta a termine il lavoro, perché non farlo?
Harlots segue principalmente Margaret, Lucy e Charlotte mentre lottano per rimanere al di sopra della povertà più assoluta, e questo le mette in diretta concorrenza con Golden Square, una "casa dei furbi" di alta classe a SoHo. Superare il business delle passeggiate in strada significa entrare in un mondo di decorosi costumi sociali, connessioni politiche e accessori costosi. La signora rivale Mrs. Quigley offre ai suoi clienti un'aria di raffinatezza senza alcuno scrupolo; mantiene le sue ragazze costantemente in debito con lei per la stanza, il vitto e i vestiti, quando non le sacrifica ai capricci di qualche cliente particolarmente sadico.
Harlots è spietato e comprensivo, in grado di trovare umorismo nelle avventure dei suoi personaggi e compassione per le tragedie della professione. A suo merito, la showrunner Moira Buffini non evita le complicazioni: le prostitute di classe inferiore includono donne nere e asiatiche, a dimostrazione di come i margini della società abbiano visto mescolamenti di razze molto più indietro di quanto si creda comunemente.
Harlots espone un lato della storia mai visto e sottovalutato: il lato irregolare dell'umanità, a solo un paio di miglia da dove il re Giorgio III governò il nascente impero britannico. "Questa città è fatta della nostra carne", dice Margaret a bassa voce, dopo che l'asta di Lucy è finita, e anche il bordello è tranquillo per la notte. Raccogliendosi, dice con determinazione: "Ne avremo la nostra parte".
E infine citiamo anche la mia recensione italiana preferita, pubblicata da serialminds.com
Harlots – Una serie pop sulle prostitute della Londra del ‘700
Scene imponenti, ottimo cast e un tiro pop mica male: ecco Harlots
Semplice e diretto, un titolo senza giri di parole che sarebbero potute essere creative, ma magari poco a fuoco. Harlots non è certo un termine comune, visto che risale alla lingua inglese di diversi secoli fa, ma ha il grande pregio di saper descrivere in maniera netta l’argomento della serie. Harlots significa infatti prostitute e la lotta per il controllo del mercato del sesso nella Londra di metà ‘700 è proprio il cuore di questa nuova serie.
Harlots è una serie tv di ITV, creata da Halison Newmna e Moira Buffini, la prima attrice di lungo corso, la seconda sceneggiatrice di opere teatrali e di film come Tamara Drewe di Stephen Frears. In ogni caso, entrambe all’esordio nella serialità. Harlots racconta dello scontro tra due bordelli e relative tenutarie: da una parte c’è quello della famiglia Wells, rozzo e di basso livello, dall’altro quello della famiglia Quigley, gente tutta imparruccata che parla francese per darsi un tono. Questa la differenza macroscopica, perché poi in fin dei conti si parla di sesso a pagamento e quindi a spiccare è la bellezza delle ragazze e la loro abilità. Qualità che vengono descritte dettagliatamente all’interno della Harris’s List, sorta di annuario del mondo della prostituzione effettivamente esistito nella seconda metà del XVIII secolo.
Questa specie di guida Michelin delle Harlots fa sì che tra le varie matrone si scateni una vera e propria lotta, nel tentativo di portare le migliori ragazze sotto il proprio tetto. Una lotta che non rinuncia a colpi bassi come denunce e soffiate a gruppi religiosi che spingono per la chiusura dei bordelli. Il quadro generale vede questo scontro tra due “imprese”, ma ovviamente il centro della narrazione di Harlots è rappresentato dalle vite delle ragazze che sono costrette a prostituirsi. Non prendete il “costrette” come un termine da collegare a violenza o coercizione da parte di protettori e protettrici senza scrupoli: la costrizione deriva dal fatto che, ai tempi, per una donna c’erano davvero poche alternative alla vendita del proprio corpo.
Una cosa tremenda, certo, ma che giustamente non viene raccontata dal punto di vista dello spettatore dei nostri tempi: le storie delle ragazze di Harlots vengono raccontate con la visione delle protagoniste stesse, ovvero donne consapevoli che non esistono percorsi alternativi a quello di prostituirsi. Così, assistiamo a tantissime scene in cui la lettura della già citata lista è motivo di orgoglio e litigi, così come lo sarebbe una ipotetica lista di Forbes o giù di lì. Allo stesso modo, la giovane figlia di una delle tenutarie si fa avanti con la madre offrendo di vendere la propria verginità per salvare l’impresa di famiglia.
A livello narrativo, si tratta di una scelta coraggiosa, perché del tutto controcorrente, ma si tratta della scelta giusta, l’unica in grado di calarci nello spirito del tempo. Non si tratta dell’unico spunto positivo: ottima anche la scelta di associare una colonna sonora contemporanea (e con un bel po’ di elettronica) a una serie in costume. Non è certo una novità, ma contribuisce a dare un tocco pop a tutta la serie. Infine il cast: le due matrone sono perfette nei ruoli, così come le varie ragazze, tra cui spiccano Elodie Smyth e Jessica Brown-Findlay.
Nel prosieguo della stagione, Harlots promette di tenere alto il livello del racconto delle singole protagoniste, innestando le loro storie di vita su una trama che non vuole rinunciare anche a un aspetto mistery, con tutti i rischi del caso. Ma è giusto rischiare, perché le basi sono solide e costumi e scenografie sono da produzione super.
Perché seguire Harlots: per la sua volontà di non essere una classica serie in costume
Perché mollare Harlots: perché non parliamo di una primizia assoluta
Marco Villa
Sperando di aver suscitato in voi il desiderio di conoscere, e amare, questa bellissima serie come l’abbiamo amata noi, vi aspettiamo di nuovo qui per nuove recensioni sull’argomento che ci sta più a cuore: il sesso.