ALFABETO DEL SESSO: P COME PRIAPISMO

ALFABETO DEL SESSO: P COME PRIAPISMO

Chissà se vi siete accorti che, la settimana scorsa, abbiamo saltato l’appuntamento bisettimanale con l’ALFABETO DEL SESSO. Non è stata una dimenticanza, è stato voluto per pubblicare un’interessantissima (ops!) intervista a uno psicoterapeuta di provata fama internazionale sul declino del sesso in questo periodo storico. Ubi major minor cessat! Avrebbero detto i nostri antenati.

Oggi però torniamo con la lettera P, che, come potete già leggere nel titolo, ci condurrà a un approfondimento riguardo una condizione che, pur potendo essere considerata desiderabile, è solo patologica, dolorosa e invalidante, sia per gli uomini che per le donne.

Come per ogni cosa, l’abuso è sempre controproducente!

Bene ragazzi miei, sfogliate i Petali e giungete al cuore.

PARAFILIE

Pulsioni erotiche che comportino sofferenza e/o umiliazione, rivolte verso minori e/o persone non consenzienti. Attualmente il Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali, nella sua versione più recente (DSM IV-TR), ne riconosce 8: esibizionismo, feticismo, frotteurismo, pedofilia, masochismo, sadismo sessuale, feticismo di travestimento, voyeurismo, facendo rientrare le rimanenti nella voce parafilia non altrimenti specificata.

PAVIMENTO PELVICO

Si riferisce normalmente alla muscolatura pubo-coccigea. L’allenamento di questi muscoli porta a numerosi benefici tra cui: la prevenzione dell’incontinenza urinaria, miglior consapevolezza del proprio apparato genitale e controllo sull’orgasmo, un recupero di tonicità della muscolatura della vagina.

PETTING

Pratiche sessuali masturbatorie tra partner che non prevedono la penetrazione. Possono o meno culminare con l’orgasmo.

PORNOGRAFIA

Raffigurazione esplicita di soggetti erotici e sessuali.
Curiosità & equivoci

· “I porno sono i film dove si fa sesso?”
Non solo. La pornografia può avere varie forme: fotografie, film, pitture, sculture, ecc., non solo cinema.
Non tutte le scene di sesso in un film sono considerate “pornografiche”.

· “Chi ha inventato i porno?”
Raffigurazioni di persone che fanno sesso sono molto antiche e rintracciabili in varie civiltà del passato, dai greci ai romani.
Ad esempio una sezione del Museo Archeologico di Napoli, vietata ai minorenni, raccoglie tutte le raffigurazioni pornografiche e gli oggetti (“giocattoli erotici”) ritrovati negli scavi di Pompei.

PREBATING

Azione di masturbarsi prima di un appuntamento.

PREPUZIO

Parte di pelle che ricopre il glande. Nei casi di circoncisione viene asportata.

PRESERVATIVO

Metodo contraccettivo. Si veda contraccettivi.
Curiosità & equivoci:

· “Perché a volte si chiamano condom? Sono la stessa cosa?”
Sì, sono la stessa cosa. Non si conosce l’esatta origine del nome “condom”. Secondo alcuni dal nome di un medico della corte di Re Carlo II d’Inghilterra nel 18esimo secolo. Secondo altri ha origini latine (da “condamina” o “cumdum”). Altri ancora dicono che la parola comparve come “use of condons” per la prima volta in Inghilterra nel 1666 in un rapporto sulle nascite, e da lì fu poi storpiata in condom.

PRIAPISMO

Disturbo per cui non vi è deflusso sanguigno dal pene dopo l’erezione o il rapporto. La conseguenza è un doloroso protrarsi dell’erezione, a volte per più di 4 ore. Sarà oggetto di approfondimento.

PUNTO G

O punto Gräfenberg, dal nome del ginecologo che per primo ne ipotizzò l’esistenza. Questo sarebbe un punto particolarmente sensibile nella parete anteriore della vagina. Ad oggi, i numerosi test e osservazioni sull’innervazione della parete vaginale non dimostrano l’esistenza di un’area di maggior densità di terminazioni nervose, per cui per la comunità scientifica il Punto G non esiste.

PUP PLAY

Gioco di ruolo per cui una persona assume le caratteristiche di una cane.

Cliente che paga una prostituta/escort per i suoi servizi

PROSTITUTA

Donna che si prostituisce, ossia che compie atti sessuali in cambio di beni materiali, per lo più denaro. Ha molti sinonimi, che la maggior parte dei frequentatori del blog certamente conoscono.

POSTRIBOLO

Immobile, spesso di basso o infimo livello, adibito a luogo di prostituzione. Dal latino "prostibulum", composto da "pro" (avanti) e "stibulum" (sostare), in riferimento alle meretrici che usavano aspettar la clientela di fronte alle loro case.

POMPINO

Stimolazione erotica orale del pene, per favorire l’erezione prima della penetrazione oppure come atto sessuale completo, che porta all’eiaculazione.

PANSESSUALE

Per pansessualità (dall'aggettivo greco πας, πάσα, παν, "tutto") si indica l'attrazione emozionale, romantica e/o sessuale verso un individuo senza dare importanza al suo sesso e al suo genere. Essendo quindi un’attrazione indipendente da questi due fattori, le persone pansessuali possono essere attratte da persone di tutti i generi, dunque di genere maschile, di genere femminile e di genere non-binario, senza alcuna distinzione e preferenza.

La pansessualità può essere considerata un orientamento sessuale a sé stante o un ramo della bisessualità. La misura in cui il termine bisessuale sia inclusivo rispetto al termine pansessuale è dibattuto all'interno della comunità LGBT, in particolare dalla comunità bisessuale.

PIN-UP

Foto o immagine di rivista patinata di una donna eccitante da appendere per essere ammirata. Spesso si riferisce a uno stile di fotografia e di burlesque che evoca le originali pinup girls, diffuse durante la seconda guerra mondiale.

POPPER

Sostanza stupefacente appartenente alla classe chimica dei nitriti alchilici, inalata a scopo ricreativo e spesso per rilassare lo sfintere anale prima del sesso anale.

PUSSY

1. Vagina. 2. Un uomo timido o pauroso.

PIGMALIONISMO

Feticismo per una statua o un'immagine simile a un essere umano, in particolare un'opera di propria creazione. Spesso comporta lo strofinamento contro la statua. Sinonimi: agalmatofilia. Origini: Il termine deriva dal personaggio di Pigmalione, nella mitologia greca, che si innamora dell'immagine idealizzata di una donna che scolpisce nell'avorio.

PALLE DI NEVE (SNOWBALLING)

Pratica sessuale in cui avviene lo scambio di sperma appena eiaculato attraverso un rapporto orale, dalla bocca del partner attivo alla bocca del partner passivo.

PECCARE

Commettere peccato, mettere il piede in fallo, in errore, andare sulla cattiva strada.

PEDERASTA

Sinonimo (in disuso) di omosessuale.

PEDOFILIA

Tendenza sessuale di un individuo adulto che compie atti sessuali con bambini. Può essere diretto verso minori di sesso opposto, dello stesso sesso, o entrambi. E’ un grave disturbo del comportamento con conseguenze nefaste per chi lo subisce, alla base del quale c’è un desiderio di onnipotenza che può facilmente sfociare in violenza devastante quando l’oggetto del desiderio si ribella. Quasi tutti i pedofili sono persone che hanno subito violenze essi stessi durante l’infanzia. L’80 % dei casi di pedofilia avvengono tra il bambino e i suoi parenti stretti o, comunque, nel giro delle amicizie familiari.

PEEPING

Pratica di spiare qualcuno mentre si spoglia o mentre fa sesso.

PENE

Organo sessuale maschile formato da tre colonne di tessuti, due corpi cavernosi ed un corpo spugnoso. Durante l’eccitazione sessuale queste tre colonne si riempiono di sangue, provocando l’erezione del pene.
Può accadere che, a causa di difetti circolatori, insufficienze ormonali o problemi psicologici, non si abbia un sufficiente afflusso di sangue, con conseguente insorgere di un disturbo erettile (impotenza).
Per quanto riguarda le dimensioni del pene, domanda che assilla milioni di uomini, si può dire che in fase di erezione, esse vanno normalmente dai 12 ai 18 cm. di lunghezza e dai 10 ai 12 cm. di circonferenza (misurata alla base del pene, dalla parte vicina all’addome).

PENETRAZIONE

Comunemente ci si riferisce all’introduzione del pene in vagina durante un rapporto sessuale. Il termine è adoperato anche insieme all’aggettivo “anale” e sta ad indicare l’introduzione del pene nell’ano in una coppia eterosessuale o omosessuale. Il termine “penetrazione” è usato anche per riferirsi all’inserimento di dita o oggetti nella vagina o nell’ano durante la masturbazione.

PERVERSIONE

Vedi “parafilia”,

PETTING

Termine inglese per indicare il susseguirsi di carezze ed effusioni amorose, che può portare il partner fino all’orgasmo, ma senza che ci sia penetrazione

PIGOFILIA

Eccitazione nel guardare o toccare i glutei di un’altra persona.

PILLOLA

Contraccettivo orale femminile.

PIOGGIA DORATA

Termine utilizzato da coloro che si eccitano a contatto con l’urina del partner.

PODOFILIA

o feticismo del piede, è un aspetto della sessualità umana, che consiste nell’intenso desiderio sessuale – prevalente o esclusivo – nei confronti dei piedi.

POLIGAMIA

Rapporto tra un individuo di un sesso e due (bigamia) o più individui del sesso opposto. Nel caso di un uomo con più mogli si parla di poliginia, nel caso sia una donna ad avere più mariti di poliandria.

POLITELIA

Si tratta di una malformazione che comporta la presenza di uno o più capezzoli (oltre quelli previsti) nei mammiferi, esseri umani compresi.

POLLUZIONE

Emissione involontaria, (generalmente notturna) di sperma nei maschi.

PRELIMINARI

Fase del rapporto sessuale che precede la penetrazione vera e propria e che comprende tutte le sollecitazioni erotiche che i partner si scambiano per portarsi al culmine dell’eccitazione

PREPUZIO

Involucro cutaneo del pene situato in corrispondenza del glande

PRIMA VOLTA

Il primo rapporto sessuale riveste grandissima importanza perché esso può condizionare in un senso o nell’altro la futura vita sessuale.
Per le ragazze, la prima volta ha anche delle conseguenze fisiche sensibili: essa comporta infatti la perdita della verginità, resa manifesta dalla lacerazione dell’imene. Alla verginità, fino a qualche decina di anni fa, si attribuiva un notevole valore; oggi, almeno nelle società occidentali, a tale aspetto non si da più un gran rilievo.
Per quanto riguarda i maschi, la prima volta non comporta alterazioni fisiche, ma costituisce una tappa importante sotto il profilo psicologico.

PROGESTERONE

Ormone sessuale femminile prodotto dopo l’ovulazione e che serve a preparare l’utero all’impianto dell’embrione o, in caso di mancata fecondazione, a indurre le modificazioni dell’endometrio che portano alla mestruazione.

PROSTATA

Ghiandola dell’apparato genitale maschile che secerne il liquido che trasporta gli spermatozoi durante l’eiaculazione.

PROSTITUZIONE

Fornire la propria disponibilità ad atti sessuali in cambio di un guadagno materiale.

PUBERTA’

Periodo della vita in cui si verifica lo sviluppo sessuale . I maschi cominciano a produrre spermatozoi e le femmine ovuli.

PULSIONE

Spinta emozionale che esige un appagamento.

PRIAPO E IL PRIAPISMO

Priapo è un’antica divinità greca e romana. Veniva rappresentata come un piccolo uomo barbuto dotato di un fallo enorme. Secondo i Romani era nato dall’amore illegittimo tra Afrodite e Zeus (per i Greci il padre era invece Dioniso) e fu trasformato in un personaggio osceno da Era, moglie gelosa del re dell’Olimpo. Priapo era simbolo dell’istinto sessuale e della fecondità maschile ed era protettore della natura e custode di orti e giardini.
ABBONDANTE, MA INUTILE. Nelle case romane le statuette che lo raffiguravano venivano usate come spaventapasseri e amuleti contro il malocchio. Il gigantesco fallo di Priapo non viene però utilizzato a dovere: il dio, un personaggio ridicolo che colleziona insuccessi, è infatti impotente.

Mitologia

Secondo uno scholium alle Argonautiche di Apollonio Rodio, il suo aspetto derivava da una maledizione inflittagli da Era, gelosa perché Paride l'aveva giudicata meno bella di Afrodite. La dea si vendicò su Priapo, di cui Afrodite era incinta, e gli diede un aspetto grottesco, con enormi organi genitali, particolarmente pronunciati nelle dimensioni del pene e del glande, ritenuti nell'antichità l'origine della vita. All'eccezionale dote virile rispondevano però l'impotenza, un aspetto orribile e una certa debolezza mentale.

Priapo, che si vuole proveniente dall'Ellesponto o dalla Propontide, dominava l'istinto, la forza sessuale maschile e la fertilità della natura. Non fu accettato fra gli dèi olimpici poiché tentò, ubriaco, di abusare di Estia e venne espulso. Anche l'asino, simbolo di lussuria, gli ragliò contro per farlo scappare, così da sottolineare quale intento criminoso avesse. Ad espiazione dell'accaduto il dio pretese il sacrificio annuale di un asino. Infatti ogni anno a Priapo veniva sacrificato un asino.

Culto

Culto di Priapo, disegno di Agostino Carracci

Il culto di Priapo risale ai tempi di Alessandro Magno e fu largamente ripreso anche dai Romani, soprattutto collegato ai riti dionisiaci e alle orge dionisiache. Il suo culto era anche fortemente associato al mondo agricolo ed alla protezione delle greggi, dei pesci, delle api, degli orti. Spesso infatti, cippi di forma fallica o erme con in aggiunta simboli fallici nella parte inferiore venivano usati a delimitare gli agri di terra coltivabile. Questa tradizione è continuata nel corso dei secoli ed è resistita alla moralizzazione medievale del monachesimo. Infatti ancora oggi, possiamo trovare diversi esempi di cippi fallici in Italia, nelle campagne di Sardegna, Puglia (soprattutto nella provincia di Lecce) e Basilicata o nelle zone interne di Spagna, Grecia e Macedonia del Nord.

Il suo animale era l'asino, sia a causa dell'importanza che esso aveva nella vita contadina, sia per una sorta di analogia fra il pene di Priapo e dell'asino.

Già molto diffuse in Grecia e poi a Roma, le feste in onore di Priapo, definite falloforie, avevano un grande rilievo nel calendario sacro.

Arte

Nell'arte romana, veniva spesso raffigurato in affreschi e mosaici, generalmente posti anche all'ingresso di ville ed abitazioni patrizie. Il suo enorme membro era infatti considerato un amuleto contro invidia e malocchio. Inoltre, il culto del membro virile eretto, nella Roma antica era molto diffuso tra le matrone di estrazione patrizia a propiziare la loro fecondità e capacità di generare la continuità della gens. Per questo, il fallo veniva usato anche come monile da portare al collo o al braccio. Sempre a Roma, le vergini patrizie, prima di contrarre matrimonio, facevano una particolare preghiera a Priapo, affinché rendesse piacevole la loro prima notte di nozze.

Da Priapo deriva dunque il termine “priapismo” e, così come nella raffigurazione antica, la patologia maschile è caratterizzata da un’erezione persistente, dolorosa e non controllabile che, slegata dall’eccitazione e dal rapporto sessuale, si protrae per più di 6 ore.

Le cause di questo disturbo sono molteplici: eventi traumatici accidentali e non, malattie del sangue (anemia falciforme, mieloma, talassemia e leucemia), diabete, infiltrazioni tumorali, danni al sistema nervoso, abuso di psicofarmaci, assunzione di sostanze stupefacenti, abuso di farmaci vasodilatatori come il Viagra e anticoagulanti. Può anche essere conseguenza di una errata terapia contro la disfunzione erettile.

Si riscontrano due tipologie di priapismo, quello venoso e quello arterioso.

Nel priapismo VENOSO o “a basso flusso”, il pene si presenta totalmente rigido ad eccezione del glande e l’indurimento è causato dal mancato deflusso del sangue venoso dal pene; condizione questa a cui si associa l’assenza di ossigeno e la formazione di necrosi per ristagno ematico.

Nel priapismo ARTERIOSO o “ad alto flusso”, il pene appare molto caldo ma non necessariamente troppo rigido e questo è conseguenza di un abnorme afflusso di sangue nelle pareti cavernose del pene dovuto, nella maggioranza dei casi, ad un evento di natura traumatica e alla conseguente rottura di un’arteria dell’organo.

Il priapismo viene considerato un’emergenza urologica  e, se non trattato adeguatamente e tempestivamente, può provocare seri danni ai tessuti dell’organo maschile.

Nel 20-50% dei casi riportati nella letteratura scientifica viene riscontrata una terza tipologia di priapismo, quello idiopatico, ovvero senza causa apparente e quindi dovuto ad una causa sconosciuta, per cui di probabile origine psicologica. La percentuale, seppur in tendenziale riduzione, a seguito di una sempre maggiore precisione anamnestica, rappresenta un dato rilevante.

A differenza della disfunzione erettile, il priapismo è uno stato fisico che non si può nascondere. Un’erezione spontanea, persistente e fastidiosa, che nasce indipendentemente dal desiderio sessuale e che non si calma neppure dopo il compimento dell’atto e il raggiungimento dell’orgasmo, può essere fonte di forte imbarazzo. Nei contesti in cui non si è eccitati, né mentalmente, né fisicamente, il fatto di avere un’erezione, magari anche visibile, può diventare un dramma.

Ma il priapismo è una patologia esclusivamente maschile?

Stando ad uno studio pubblicato sul Journal of Sexual Medicine, il priapismo è una patologia, che seppur in casi molto rari, può includere anche l’universo femminile.

La rivista riporta il caso di una ragazza di 29 anni che ha subito un’erezione clitoridea per cinque giorni.

Il priapismo clitorideo è caratterizzato dall’erezione prolungata e dolorosa del clitoride e delle piccole labbra, che, anche in questo caso, si manifesta in assenza di impulsi sessuali.

A differenza di quello maschile, può determinare il raggiungimento di orgasmi multipli in un arco di tempo ristretto, questo però non implica necessariamente che si tratti di una condizione piacevole, al contrario può essere molto invalidante, in quanto non si osserva una riduzione del gonfiore dei genitali esterni.

Si possono avere difficoltà a sedersi e persino a camminare, con una compromissione dei normali rapporti sessuali. Il priapismo femminile viene anche definito PSAS (Persistent Sexual Arousal Syndrome o sindrome dell’eccitazione genitale permanente) ed è stato catalogato per la prima volta nel 2001, anche se ancora non ne sono chiare le cause.

Secondo alcuni studi all’origine potrebbe esserci, come per il priapismo maschile, una eccessiva produzione di adenosina, sostanza chimica che regola la dilatazione dei vasi sanguigni, ma è più probabile che tra le cause ci siano malformazioni del circolo venoso o anomalie del sistema nervoso periferico o centrale.

Nel trattamento terapeutico la somministrazione di farmaci decongestionanti, pur alleviando il fastidio nell’immediato, non risolve del tutto il disturbo.

Talvolta il priapismo femminile ha un decorso naturale e passa da solo, ma chi ne soffre per tempi prolungati può andare incontro a conseguenze serie, come, ad esempio, la perdita della sensibilità genitale.

Come per il priapismo maschile, anche per quello femminile l’erezione continua del clitoride potrebbe essere idiopatica, ovvero prodotta da cause psicologiche.